A Bruxelles e nelle capitali si affilano le armi in vista dell'appuntamento su cui sono puntati tutti i riflettori e del negoziato che seguirà: la presentazione, mercoledì 27 maggio, della proposta sul Recovery Fund che Ursula von der Leyen sta limando in queste ore con i suoi più stretti collaboratori approfittando del ponte dell'Ascensione. Sul tavolo ci sono i 500 miliardi di euro di aiuti a fondo perduto annunciati da Angela Merkel e Emmanuel Macron, un'operazione che porterebbe tra l'altro a dare vita a quanto di più simile agli eurobond si possa oggi immaginare. Un passo 'storico' per molti che anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non ha esitato a definire "importante". Aggiungendo però subito dopo che "la Commissione può fare di più". Ed esplicitando così il pressing che l'Italia, non da sola, sta portando avanti su questo fronte.
In effetti, nonostante l'assist di Merkel e Macron a von der Leyen, la partita è ancora tutta da giocare. Austria, Olanda, Svezia e Danimarca, Paesi decisamente contrari a distribuire i 500 miliardi a fondo perduto, devono ancora presentare la loro controproposta. E questo mentre a Bruxelles i commissari Paolo Gentiloni e Thierry Breton spingono affinché la Commissione vari un documento ambizioso che vada oltre i 500 miliardi. Ben consapevoli che, una volta approdata in Consiglio, la proposta, viste le premesse, non potrà che essere negoziata al ribasso. Di certo nei documenti della Commissione mancano ancora molti dettagli fondamentali. A cominciare dalle cifre che oscillano tra i 1.000 miliardi, di cui hanno parlato l'altro giorno sia Gentiloni che Dombrovskis, e i 2.000 chiesti dall'Europarlamento nell'ultima risoluzione approvata a larga maggioranza. Ma non sono stati ancora indicati quanti fondi saranno destinati a prestiti e quanti a sovvenzioni, né i criteri per la loro assegnazione e le eventuali condizioni a cui saranno vincolati.
"Se cade un paese, perdiamo prima il green deal, secondo la solidarietà europea, terzo il mercato unico, forse anche la moneta e forse anche l'Unione europea stessa. In questi giorni in queste settimane in questi mesi stiamo giocando il futuro europeo". Lo afferma il vice-presidente della Commissione europea, Frans Timmermans, durante l'evento i AsvisLive "Orientare le scelte, disegnare il futuro". Timmermans dice: "abbiamo bisogno di tre cose: agire con velocità, con mezzi adeguati (saranno tantissimi soldi), e lo dobbiamo fare in maniera solidale - lo so bene e lo dico da olandese chiaramente".
L'iniziativa tra Berlino e Parigi, aggiunge, "adesso è importante per poter fare investimenti, ma dietro c'è anche un ragionamento abbastanza rivoluzionario sul futuro del progetto europeo". Secondo lui a Berlino hanno "capito che non possiamo continuare come prima". "Sono rimasto sorpreso dell'iniziativa franco-tedesca - dice Timmermans - perché, se vediamo quello che ha detto il governo tedesco, per loro è davvero una rivoluzione: dobbiamo andare oltre nell'integrazione europea, dobbiamo ripensare alcune premesse che abbiamo sempre difeso". Il vicepresidente della Commissione sottolinea anche come saranno oggetto di discussione la fiscalità, i mezzi propri dell'Unione europea, e anche i trattati,"vedendola da Berlino - osserva - è veramente sorprendente e ci dà anche un po' di fiato perché hanno superato le loro paure". "Vediamo - continua Timmermans - se possiamo introdurre in questo ragionamento anche anche la responsabilità per un futuro sostenibile".
Cipro è il primo paese dell'eurozona ad annunciare che utilizzerà la linea di credito del Mes per le spese sanitarie. Lo ha annunciato - secondo quanto riferisce il quotidiano cipriota Phileleftheros ripreso anche dal giornale greco Ekathimerini - il ministro delle Finanze cipriota Constantinos Petrides. "Ovviamente useremo il Mes per le spese sanitarie", ha detto il ministro, spiegando che il governo sta calcolando le spese già sostenute e quelle future, come i fondi utilizzati per la nuova unità di terapia intensiva dell'ospedale di Nicosia, per compilare il modulo già disponibile.