Ogni 6 aprile, dal 2009, in occasione dell'anniversario del terremoto, gli aquilani attendono ormai con fastidio quella che chiamano ''la passerella'', la visita di premier, ministri e sottosegretari ''con il loro stuolo, i soliti annunci e le solite promesse''.
Dopo cinque anni L'Aquila ancora non rinasce e il clima tra i cittadini e' di sfiducia. Ma tra L'Aquila e le istituzioni i rapporti si erano incrinati gia' prima che, in quella tragica notte del 2009, venisse giu' una citta', seppellendo 309 vite e lacerando migliaia di esistenze.
Il 31 marzo, pochi giorni prima del sisma, si riunì nel capoluogo la Commissione Grandi Rischi per fare il punto sullo sciame sismico in atto. Eccola qui quella che gli aquilani considerano la prima grave promessa mancata: il tono rassicurante del verbale di quella riunione venne accolto come una promessa che L'Aquila non sarebbe crollata. E in tal senso la sentenza di primo grado del cosiddetto 'processo alla Grandi Rischi' condannò a sei anni i sette componenti di quella Commissione, appunto per aver ''rassicurato''. Un sentenza clamorosa che fece il giro del mondo. Adesso la sentenza di Appello ha del tutto ribaltato quel giudizio, assolvendo i membri della Commissione "perché il fatto non sussiste", ad eccezione dell'allora vice capo della Protezione Civile Bernardo De Bernardinis, condannato a due anni. "Un terremoto nel terremoto", è stato il commento a caldo di uno dei legali di parte civile.
Nel frattempo lo stesso Ingv (l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia) ha smentito con uno studio la teoria secondo cui c'è ''dispersione di energia attraverso uno sciame sismico'', affermazione questa che invece circolava all'Aquila nei giorni precedenti al sisma.
Sta di fatto che quanto accaduto con il terremoto dell'Aquila ha messo in evidenza quanto sia delicata, e ancora poco affrontata in Italia, la comunicazione del rischio e quanto invece ci sarebbe da fare in questo campo, soprattutto in un Paese dove terremoti, alluvioni e frane si verificano con drammatica frequenza.