Un museo, mostre permanenti, visite guidate, un parco a tema, nuove produzioni e allestimenti. Cinecittà prova a rilanciarsi e lo fa intraprendendo una strada tanto tortuosa quanto innovativa, con sperimentazioni e progetti che mai avevano coinvolto quella che per anni è stata la "Fabbrica dei sogni" ma che da anni stenta ad andare avanti per ragioni e dinamiche diverse, dovute in gran parte ad una produzione cinematografica oggi più che mai lontana dall'industria che ne fu colonna portante negli anni '50.
Nel giardino all'ingresso, la grande testa della Venusia che prova ad emergere da terra dà il benvenuto a ospiti e visitatori. La fece costruire Federico Fellini per il suo Casanova ed è oggi l'immagine simbolo degli studi. Proprio come nel film del maestro - nel quale la statua prima spunta dall'acqua ma poi precipita inaspettatamente negli abissi -, dopo i fasti della cosiddetta "Hollywood sul Tevere", Cinecittà negli ultimi anni ha conosciuto tempi bui, con ripercussioni su lavoratori e strutture, in alcuni casi lasciate ancora all'abbandono. Oggi, grazie anche all'intervento del governo con incentivi fiscali per le grandi produzioni internazionali e al rinnovato interesse del piccolo schermo nei confronti degli studi a est di Roma, è il momento di cambiare, di voltare pagina. Di riportare fuori dall'acqua la statua della Venusia. E di questo i vertici degli Studios ne sono quanto mai coscienti, dando vita ad iniziative indirizzate non solo agli addetti ai lavori, ma agli stessi spettatori, rinnovando dal vivo il patto stretto sul grande schermo, grazie a registi, attori e tecnici che hanno reso grande Cinecittà.