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Tra i clochard e chi li aiuta dal Quirinale ai Fori Imperiali
“Siamo noi la monnezza di Roma”. Lo grida forte Daniele mentre mi accompagna con Giovanni nel cuore del centro storico della Capitale per farmi vedere dove e come vivono gli invisibili, i senza fissa dimora, i clochard. Nel quadrilatero d’oro della città Eterna, tra piazza Venezia, il Pantheon, Piazza di Spagna, Fontana di Trevi e il Quirinale c’è un sottobosco di essere umani, di anime di busta e cartone che sorprende per numero e livello di indigenza.
Il grido di Daniele non è per lamentarsi della sua attuale condizione. Daniele è tra i pochissimi che ce l’hanno fatta. Daniele grida “Siamo noi la monnezza” per quelli, tanti, che oggi, come lui una volta, dormono per strada, su una panchina, negli angoli bui di chiese e monumenti, chiedendo l’elemosina e costretti a pagare anche un pizzo a quelli più prepotenti, cacciati via dall’uscio di ristoranti, bar e supermarket, senza sapere con certezza dove lavarsi le mani prima di toccare del cibo per curare un minimo di igiene.
Daniele si è salvato grazie alla fotografia. Un’associazione, la Ronda della solidarietà, lo ha inserito in un progetto. Gli hanno dato una macchina fotografica, lo hanno formato e gli hanno chiesto di scattare foto di Roma durante i suoi quotidiani spostamenti alla ricerca di un pasto caldo, di una bevanda, di un luogo dove ripararsi dalle intemperie, di un amico con il quale scambiare due chiacchiere. Oggi Daniele ha anche un tetto e ricorda quei giorni da clochard con serenità ma anche un po’ di rabbia.
Questo magazine vuole raccontare questo mondo, ancora una volta, perché non bisogna mai distogliere lo sguardo da chi intorno a noi è invisibile.
Di Francesca Pierleoni
Cene a base di ascolto e condivisione. E' il senso che ritrovo tutti i giovedì sera quando a Roma partecipo alla Ronda della solidarietà. Un'esperienza che mi ha fatto abbassare quello schermo di indifferenza con cui spesso ci si protegge, in giornate caotiche e sempre di corsa, dal trovarsi improvvisamente vicino alla solitudine, la fatica di un pezzo, sempre maggiore, di umanità. Persone per le quali dormire al coperto e avere un pasto caldo può essere una conquista quotidiana. Scegliere di non vederle rende solo più impauriti e impotenti.
Ho iniziato così a cercare una qualche attività di volontariato da fare preferibilmente la sera, compatibilmente con gli orari un po' folli dei giornalisti. Attraverso il sito di Roma Altruista, che aggrega varie possibilità di volontariato nella capitale, su cui ho girovagato, tra tentennamenti vari per quasi un anno (sono in grado? Lo faccio per egoismo? Servirà veramente?), sono arrivata alla Ronda della solidarietà. Un'associazione che a Roma va incontro alle persone in difficoltà offrendo due volte a settimana le colazioni a Piazza Mastai, a Trastevere, e le cene alla Colonna Antonina nella Piazza del Foro Traiano sui Fori Imperiali.
La prima sera, quasi due anni fa, con la mia busta di merendine (si suggeriva, a chi avesse modo, di portare quelle o uova sode) arrivo trafelata, come mi capita spesso, sul filo del ritardo, in piazza, dalla parte del parcheggio. La sensazione di inadeguatezza sparisce subito, perché un gruppo di volontari di tutte le età accoglie i nuovi arrivati con naturalezza e poche istruzioni chiare, offrendoti subito la possibilità di 'fare'. Si diventa un unicum che lavora in armonia.
Il rituale ogni sera è scandito: allestiamo le postazioni che offrono frutta, dolci, pizza, panini, uova sode, diversi tipi di pasta (riso e spaghetti piccanti, che tengono caldo, vanno per la maggiore) e bibite (succhi di frutta, the). Cibo messo a disposizione da pizzerie e frutterie, donato durante la raccolta alimentare, comprato o cucinato dagli stessi volontari.
Ci disponiamo per aspettare i convitat', che via via prendono i numeri per la fila e iniziano a scorrere. Uomini e donne dai 20 agli 80 anni (può capitare che con le mamme, arrivi anche qualche bambino) italiani e stranieri. Sui loro volti leggi le difficoltà di una giornata per strada o la necessità, pur avendo una casa, di quella cena. Prima in media erano ottanta a sera, ora 100 e d'estate aumentano. Un buonasera e un sorriso fanno superare gli imbarazzi. Con il tempo impari a conoscere per nome molti di quelli che vengono sempre o quasi. Di alcuni ascolti le storie, che siano vere o un po' romanzate non importa.
A fine serata, mentre fai qualche giro in più distribuendo le merendine e i pezzi di pizza rimasti (se rimangono), o aver raccolto piatti e bicchieri, per lasciare la piazza pulita, ti ritrovi così a parlare dei temi più disparati. Dagli ultimi sviluppi sulla legge elettorale con il signore sessantenne italiano appassionato di politica alle difficoltà a ricostruirsi un quotidiano, per il trentenne albanese, che dopo aver lavorato per anni come meccanico, ha perso tutto quando il suo datore di lavoro è morto. Di altri percepisci e rispetti il riserbo, i silenzi. La cena finisce: pian piano la piazza si svuota. Fino alla prossima volta.
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Un "esercito" di persone vive in Italia una condizione di poverta' estrema, non ha un tetto e deve ricorrere alle mense e ai dormitori: sono oltre 50.700 i senza dimora che, in due mesi presi a campione, hanno utilizzato almeno uno di questi servizi, secondo le ultime stime ufficiali dell' Istat nel marzo scorso. L'Istituto ha svolto, in collaborazione con altri enti, l'indagine sul finire del 2014, in 158 Comuni italiani. Il loro numero e' aumentato rispetto alla precedente rilevazione del 2011 (47.648) e questo aumento ha riguardato soprattutto il Sud d'Italia. Ma il dato degli oltre 50 mila clochard, che da' comunque un'idea del fenomeno, non corrisponde probabilmente a quello reale, che dovrebbe essere ulteriormente cresciuto di alcune migliaia di unita' nell'ultimo biennio.
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Stando agli ultimi dati ufficiali, la quota degli homeless che si registra nelle regioni del Nord-ovest (38%) e' molto simile a quella stimata nel 2011, cosi' come quella del Centro (23,7%) e delle Isole (9,2%); nel Nord-est si osserva invece una diminuzione (dal 19,7% al 18%) che si contrappone all'aumento nel Sud (dall'8,7% all'11,1%). Si confermano anche le principali caratteristiche delle persone senza dimora: si tratta per lo piu' di uomini (85,7%), stranieri (58,2%), con meno di 54 anni (75,8%) - anche se, a seguito della diminuzione degli under34 stranieri, l'eta' media e' leggermente aumentata (da 42,1 a 44) - o con basso titolo di studio (solo un terzo raggiunge almeno il diploma di scuola media superiore).
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"La Ronda della Solidarietà ONLUS Arte e Sociale di Roma" è un’associazione laica di volontariato, operativa a Roma dal 2010. Lo scopo è quello di portare un po’ di “calore umano”, attraverso cibo, vestiti, ascolto e assistenza a tutte quelle persone che si trovano a vivere per strada, o semplicemente che vivono un momento di disagio, per provare a fare breccia nel muro di solitudine che li circonda. La Ronda della Solidarietà svolge le sue attività umanitarie grazie unicamente all'aiuto fisico e finanziario dei volontari e dei benefattori che, mediante il loro impegno e le loro donazioni, permettono che questa realtà possa continuare ad esistere e ad operare nel sociale.
Pur non disponendo di alcuna struttura ricettiva o contributo pubblico (a parte una piccola somma del 5x1000), riusciamo a organizzarci ogni settimana in due luoghi a Roma: in Piazza Mastai a Trastevere dove portiamo le colazioni (martedì e giovedì) e in Piazza del Foro di Traiano in centro, dove allestiamo le cene (lunedì e giovedì). I numeri: in sei anni di attività abbiamo servito i pasti e distribuito vestiti puliti e in buono stato a decine di migliaia di persone, contando sull’aiuto di centinaia di volontari che ancora oggi si aggiungono ogni settimana a quelli storici, anche grazie al portale www.romaltruista.it.
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RomAltruista è una ONLUS nata nel 2011 per rendere facile e flessibile la partecipazione al volontariato nella città di Roma. Cos’è il volontariato flessibile? È un’opportunità per dedicarsi al volontariato in maniera compatibile con le proprie esigenze, senza prendere un impegno continuativo e decidendo di volta in volta quando partecipare. RomAltruista pensa infatti che tutti debbano avere la possibilità di dedicarsi a una causa in cui si crede, nonostante il poco tempo e la vita frenetica!
Così, in questi anni RomAltruista ha fatto suo il modello già costruito dalla rete HandsOn (presente in 250 città, con 2.600.000 volontari nel mondo) ed è diventata un ponte tra realtà del terzo settore e i cittadini: ha creato un incontro tra la domanda, richiesta dalle associazioni, e l'offerta, con le disponibilità del volontariato. Tutto si è sviluppato costruendo un ampio database di opportunità di volontariato in città e provincia, pensate anche per chi ha anche solo un’ora libera e per ogni tipo di attività. Sono già 10.000 i volontari entrati in questi primi anni nella rete di RomAltruista e continuano sempre di più a crescere, con lo slogan del "quando vuoi e come puoi".
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Cresce rispetto al passato la percentuale di chi vive solo (da 72,9% a 76,5%), a svantaggio di chi vive con un partner o un figlio (dall'8% al 6%); poco piu' della meta' (il 51%) dichiara di non essersi mai sposato. Anche la durata della condizione di senza dimora si allunga: diminuiscono, dal 28,5% al 17,4%, quanti sono senza dimora da meno di tre mesi mentre aumentano le quote di chi lo e' da piu' di due anni (dal 27,4% al 41,1%) e di chi lo e' da oltre 4 anni (dal 16% al 21,4%).
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Tra i clochard - secondo dati resi noti da associazioni che li seguono - la stessa persona frequenta 5 volte alla settimana gli stessi servizi per mangiare e 3 volte a settimana gli stessi dormitori per dormire. E vive in strada da oltre quattro anni. Ai 50.700 che si rivolgono ai servizi - denunciano le stesse associazioni - bisogna aggiungere almeno altri 5 mila senzatetto che non usufruiscono ne' delle mese ne' dei dormitori: persone ai margini dei margini.
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