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Ucraina: sul campo "4-5mila soldati russi", l'allarme di Londra

Ancora scontri a Donetsk e Lugansk. Controffensiva ribelli

I soldati russi che combattono in Ucraina orientale sono 4-5 mila. A lanciare l'allarme è una fonte del governo di Londra sentita dalla Cnn, che denuncia così un intervento armato di Mosca oltreconfine che andrebbe ben al di là dei mille militari stimati nei giorni scorsi dalla Nato. E a questi si aggiungono altri 20 mila soldati attestati sul confine all'interno del territorio russo mentre le truppe ucraine perdono terreno nei confronti dei miliziani separatisti, che si dicono pronti a lanciare una seconda controffensiva.

Il Cremlino continua a negare ogni coinvolgimento di propri militari in Ucraina, ma la cattura di dieci paracadutisti russi da parte dei soldati di Kiev, le foto satellitari di convogli armati presumibilmente russi pubblicate dalla Nato e le morti "misteriose" di alcuni soldati dell'esercito russo fanno sorgere più di un dubbio sulle dichiarazioni del governo di Mosca.

L'ex leader sovietico Mikhail Gorbaciov da parte sua ha detto di non credere che ci siano soldati russi nel sud-est ucraino, ma ha allo stesso tempo lanciato un monito: "Se il nostro Paese interviene - ha tuonato - potrebbe scoppiare un incendio che il mondo intero potrebbe essere incapace di domare".

Sul campo di battaglia intanto i miliziani separatisti - che fino a pochi giorni fa erano schiacciati attorno alle loro roccaforti di Donetsk e Lugansk assediate dalle truppe di Kiev - sono passati al contrattacco e, forse in seguito all'arrivo di nuovi uomini e mezzi dalla Russia, hanno aperto un terzo fronte lungo le sponde del Mar d'Azov e sono ormai alle porte dell'importante città portuale di Mariupol, da cui i civili iniziano a fuggire temendo il peggio.

E mentre a Bruxelles il presidente ucraino chiede all'Ue "una risposta adeguata" contro la Russia, l'ex premier Iulia Timoshenko - il cui astro politico sembra ormai sul viale del tramonto - propone un referendum per un'adesione dell'Ucraina alla Nato evidentemente in chiave antirussa da svolgersi il 26 ottobre assieme alle legislative anticipate.

Intanto, mentre annuncia una seconda controffensiva imminente, il nuovo premier dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk, Aleksandr Zakharcenko, fa sapere che nelle ultime 24 ore l'esercito ucraino avrebbe lasciato nelle mani dei miliziani "un sacco di materiale, munizioni e un bel po' di trofei", tra cui "40 mezzi militari". Ma i separatisti sostengono di aver anche catturato più di 100 soldati nemici: sono alcuni dei militari dei reparti ucraini rimasti isolati nell'avanzata dei filorussi. Il ministro dell'Interno Arsen Avakov ha annunciato trionfante che un gruppo di alcune decine di paramilitari e soldati regolari è riuscito a rompere l'accerchiamento e a unirsi al resto dell'esercito, ma molti restano circondati dal nemico e Semion Semioncenko, il comandante del battaglione 'Donbass', formato da volontari che combattono al fianco delle truppe di Kiev, ha precisato che è stato trovato un accordo con i ribelli perché le forze governative circondate a Ilovaisk, nella regione di Donetsk, possano ritirarsi senza danni, a patto però che depongano le armi.

In cinque mesi di guerra secondo l'Onu sono quasi 2.600 le persone che hanno perso la vita in Ucraina, ma il numero sembra tragicamente destinato ad aumentare: altri nove militari sono morti tra ieri e oggi, ma è difficile stimare i caduti tra i paramilitari pro-Kiev e tra i miliziani filorussi, mentre un prezzo altissimo in termini di vite umane è pagato purtroppo anche dalla popolazione civile.

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