Il ministero per i Diritti umani iracheno ha detto che sono 322 i membri della tribù di Albunimr uccisi a sangue freddo dai miliziani dello Stato islamico (Isis) nell'ultima settimana. L'eccidio è avvenuto nella provincia occidentale di Al Anbar, dove il clan tribale si batte contro i jihadisti. Il capo del clan tribale, lo Sheikh Naim al Kuoud, ha detto all'agenzia Afp che soltanto ieri 36 membri della comunita', tra i quali tre bambini e quattro donne, sono stati uccisi in esecuzioni sommarie. Al Kuoud ha espresso il suo "profondo rincrescimento per il fatto che i leader religiosi sunniti e le autorità non abbiano condannato o denunciato" quanto avvenuto ed ha accusato il governo di Baghdad di non aver rifornito i membri della sua tribù di armi e di cibo per resistere ai jihadisti. Il capo degli Albunimr ha invece avuto parole di elogio per la massima autorità religiosa sciita, il Grande Ayatollah Ali al Sistani, e per il leader sciita radicale Moqtada al Sadr, che, ha affermato, "hanno condannato il massacro e manifestato sostegno per la tribù". "I membri del nostro clan - ha sottolineato Al Kuoud - sono stati presi di mira da una crudele campagna dei criminali dell'Isis, privi di ogni umanità, con la complicità di alcuni irresponsabili appartenenti a clan tribali locali".