Anche le Trabant, le arcinote utilitarie che solo alcuni fortunati ex cittadini della Repubblica democratica tedesca (DDR) riuscivano ad acquistare, magari dopo anni di attesa, avranno il loro monumento alla memoria. A pochi giorni dal venticinquesimo anniversario della caduta del Muro di Berlino, il prossimo 9 novembre, lo scultore Carlo Wloch ha presentato oggi il suo lavoro: una 'Trabi' (così le chiamano con affetto i berlinesi) scolpita quasi a grandezza originale in pietra arenaria. L'opera pesa 13 tonnellate ed è costata a Wloch oltre 6mila ore di lavoro, divise in 17 lunghi anni. Il 66enne berlinese, che come prima occupazione è scalpellino e ha un'impresa che produce lapidi, nei primi anni si è fatto aiutare da apprendisti. Ma poi ha portato avanti tutto da solo l'ossessione di un pezzo di vita, tanto che i vicini non gli chiedevano nemmeno più come stava, ma 'come va con la Trabi?' ''Non credevo che sarei riuscito a finirla'', ammette oggi con una certa soddisfazione.
Attualmente la Trabi di pietra si trova ancora nel suo laboratorio berlinese, nel quartiere di Pankow. Ma presto andrà al miglior offerente. Di proposte d'acquisto ce ne sono state molte, ha raccontato Wloch, la più generosa da parte di un imprenditore che voleva la Trabi di pietra per il suo giardino. Ma la scultura non andrà a lui: ''Il mio grande desiderio è che più persone possibili possano osservarla. La cosa migliore per me sarebbe vederla al centro di Berlino''. Per questo, probabilmente, alla fine andrà a un gallerista.