Il grande pubblico conosce Mstislav Rostropovich come l'artista che l'11 novembre 1989 suono' il violoncello davanti al muro di Berlino che crollava per festeggiare la fine della guerra fredda. Gli appassionati di musica, che frequentano i concerti, lo conoscevano invece per la sua straordinaria maestria di violoncellista (il piu' grande del nostro tempo), applaudito nei cinque continenti, dove ha suonato instancabilmente per anni.
''Quel maledetto muro - diisse Rostropovich - ha diviso la mia vita, e' stata una lacerazione per il mio cuore. Nel 1974 l'Unione Sovietica mi ha buttato via come uno straccio, prima di allora non potevo suonare a Berlino Ovest, dopo non potevo andare a Berlino Est. Quando il muro e' crollato la mia vita si e' riunita. Non volevo suonare per la gente, ma per ringraziare Dio di quello che era accaduto. Quando sono arrivato li' ho dovuto chiedere in prestito una sedia ad un abitante di Berlino. Ho suonato arie con accordi maggiori perche' ero felice, la mia vita si era riunita. Poi ho visto un giovane ed ho pensato che per quel muro erano morte molte persone. Allora ho suonato un'aria in re minore. Alla fine quel giovane si e' messo a piangere''.