Ziad Abu Ein, il ministro palestinese senza portafoglio e responsabile del dossier sulla barriera di separazione e sulle attività delle colonie morto oggi in seguito a scontri con l'esercito israeliano, aveva 55 anni. Era padre di quattro figli e originario di Ramallah. In precedenza Abu Ein ha ricoperto la carica di vice ministro dei prigionieri. E' stato nominato nel nuovo incarico ad aprile scorso nel governo di unità nazionale del premier Rami Hamdallah, insediato dal presidente Abu Mazen dopo la riunificazione tra Fatah e Hamas. Membro del comitato rivoluzionario di al-Fatah (il partito del presidente Abu Mazen), nel 1981 è stato il primo palestinese estradato dagli Stati Uniti in Israele dove doveva scontare una condanna all'ergastolo per il suo ruolo in un'esplosione che portò alla morte di due ragazzini israeliani nel 1979 in Galilea. Dopo tre anni è stato liberato da Israele tramite uno scambio di prigionieri dopo il rapimento di tre soldati israeliani in Libano. Nel 1991 si è unito al sindacato dei metalmeccanici palestinesi e nel '94 è diventato capo del direttivo di Fatah in Cisgiordania. Incarcerato nuovamente durante la seconda Intifada sotto detenzione amministrativa, Abu Ein - secondo alcune fonti - avrebbe trascorso più di 13 anni nelle carceri israeliane e per questo sarebbe stato nominato viceministro per i detenuti palestinesi.