Nessun ostaggio. L'uomo prigioniero nella stamperia dove erano i jihadisti Said e Cherif Kaouchi a Dammartin-en-Goele non era merce di scambio, perché i terroristi non si sono mai accorti della sua presenza. L'uomo, indicato come Lilian, il grafico della tipografia, di 27 anni, si è nascosto sotto il lavandino al secondo piano dell'edificio, come ha precisato il procuratore di Parigi, Francois Molins. La tv BFM aveva detto che si era infilato in uno scatolone di cartone. Dal suo nascondiglio, Lilian ha avvertito la polizia con il telefono cellulare. Secondo quanto ricostruisce Le Figaro la famiglia di Lilian, ha provato a chiamare il giovane tra le nove e le undici, ma invano. Il padre, molto angosciato ha poi ricevuto un Sms del figlio che diceva: "mi sono nascosto al primo piano, credo che abbiano ucciso tutti. Chiamate la polizia". Ed è forse proprio questa l'origine delle voci (poi rivelatesi inesatte in quel caso) che a seguito dell'operazione c'erano stati dei morti. Otto lunghissime ore di terrore.
L'uomo sarebbe rimasto da questa mattina fino al momento dell'assalto delle teste di cuoio nascosto nel suo improbabile 'rifugio' sotto il lavandino, probabilmente celato alla vista anche da pezzi di cartone, senza che i due fratelli avvertissero la sua presenza. E come se questo risvolto quasi comico nella grande tragedia non fosse sufficiente, sempre secondo Bfm tv, l'impiegato sarebbe riuscito a comunicare con le forze di sicurezza, grazie al suo cellulare, riuscendo a fornire topografia dei luoghi e informazioni su quanto stava succedendo all'interno. E' per questo che i terroristi, barricati nella tipografia dalle 9 alle 17, che pensavano di non avere nessun ostaggio nelle loro mani e quindi nessuna merce di scambio, avrebbero alla fine deciso di uscire sparando all'impazzata contro i poliziotti, scatenando l'ultimo inferno di fuoco.