"Raggiungere la pace non sarà facile ma con la determinazione ad un compromesso e la fiducia, la pace è possibile. Israeliani e palestinesi possono trovare un accordo". Questo l'appello del presidente Donald Trump a israeliani e palestinesi. Ad incoraggiarlo - ha aggiunto - "è stato il vertice molto storico in Arabia Saudita e l'impegno di re Salman, che è una persona molto saggia". "Sono impegnato a cercare e raggiungere un accordo di pace tra israeliani e palestinesi", aveva detto in precedenza Trump nel suo incontro con il presidente palestinese Abu Mazen a Betlemme.
Secondo Trump "un accordo tra israeliani e palestinesi porterebbe ad un processo di pace nell'intero Medio Oriente. "La pace è una scelta che dobbiamo fare ogni giorno e l'America è qui per rendere questo sogno possibile per i giovani ebrei, musulmani e cristiani". "In questo spirito di speranza siamo venuti a Betlemme - ha aggiunto - chiedendo un mondo più pacifico, più sicuro e più tollerante per tutti noi".
"Ringrazio il presidente Trump che con la sua visita ha dato speranze e ottimismo per raggiungere una pace giusta, affinchè i bambini di Palestina e Israele beneficino di un futuro stabile e prospero". Lo ha detto nella conferenza stampa a Betlemme il presidente Abu Mazen secondo cui i palestinesi "si impegnano a lavorare con Trump per elaborare un accordo di pace duraturo con gli israeliani". Nell'incontro odierno a Betlemme (Cisgiordania) il presidente palestinese Abu Mazen ha detto a Donald Trump che quello con Israele non e' un conflitto fra religioni. ''Come ha avuto modo di vedere ieri nella sua visita nei Luoghi sacri nella Gerusalemme occupata e oggi a Betlemme - ha detto il presidente palestinese - il conflitto non e' fra religioni. Noi siamo aperti al dialogo con i vicini israeliani per una pace genuina. Il nostro problema - ha proseguito - sono l' occupazione, le colonie, ed il rifiuto di Israele di riconoscere lo Stato di Palestina cosi' come noi abbiamo invece riconosciuto il loro. Il problema non e' fra noi e l'ebraismo, e' fra noi e l'occupazione.
La visita del presidente Usa, Donald Trump, in Israele è iniziata ieri. "Credo in un rinnovato sforzo per raggiungere la pace tra israeliani e palestinesi", ha detto Trump a Gerusalemme con il premier israeliano Benyamin Netanyahu. "E' uno dei compiti più duri ma sono sicuro che alla fine riuscirete a conseguire un risultato", ha aggiunto.
Il premier israeliano Benyamin Netanyahu, che ha ringraziato Trump "per il cambio della politica Usa verso Teheran", ha aggiunto: "Per la prima volta nella mia vita, vedo una reale speranza per il cambiamento del mondo arabo verso Israele".
"Grazie per la sua storica visita in Israele che avviene nella sua prima missione all'estero", ha detto il premier Benyamin Netanyhu nel discorso di benvenuto al presidente Usa, che ha sempre chiamato per nome. Netanyahu ha poi detto che "Israele cerca la pace" e accennando al volo diretto tra Riad e Tel Aviv di Trump ha aggiunto: "Spero che anche un giorno il premier di Israele possa volare da Tel Aviv a Riad con un volo diretto".
"Nel mio viaggio in questi giorni ho trovato nuove ragioni di speranza", ha detto dal canto suo il presidente Trump nel suo discorso all'aeroporto Ben Gurion. "Abbiamo un'opportunità rara di portare stabilità e pace nella regione", ha aggiunto. "Sono venuto per ribadire il legame che non può essere spezzato tra Stati Uniti e Israele".
Trump, non concederemo mai l'arma nucleare all'Iran. "Usa e Israele possono dichiarare ad una voce che all'Iran non sarà mai, mai, mai concesso di avere un arma nucleare. L'Iran deve smettere di addestrare e finanziare i gruppi terroristici e le milizie". Lo ha detto il presidente Usa Donald Trump nell'incontro con il presidente israeliano Rivlin. "C'è un profondo consenso nel mondo" su questo, "incluso nel mondo musulmano".
Riferendosi al suo viaggio in Arabia Saudita, Trump ha detto: "re Salman pensa in modo intenso e, posso dirvelo, gli piacerebbe molto vedere la pace tra israeliani e palestinesi". "Molti leader musulmani - ha continuato - hanno espresso la loro determinazione nella volontà di aiutare a mettere fine al terrorismo e alla diffusione della radicalizzazione. C'è una crescente consapevolezza tra i vostri vicini arabi di avere una causa comune con voi su questa minaccia posta dall'Iran".
Al presidente americano ha risposto il presidente dell'Iran, Hassan Rohani spiegando che quello tra Donald Trump e alcuni capi di Stato arabi in Arabia Saudita è stato "uno show senza valore politico, ripetuto più volte". Lo ha detto il presidente dell'Iran, Hassan Rohani, nella prima conferenza stampa dopo la rielezione alla guida del Paese. "Il problema del terrorismo - ha detto - non si risolve tenendo riunioni e versando denaro nelle tasche delle superpotenze"."Certamente gli Usa non sarebbero disposti a scambiare le vittime degli attacchi dell'11 settembre con i soldi che si ricevono dalla vendita di armi".
Rohani ha quindi ribadito che "i sauditi dovrebbero sapere che il terrorismo è una grande minaccia per la regione e per il mondo e non c'è altra scelta se non la moderazione", aggiungendo che il suo governo "ha annunciato sin dall'inizio che è a favore di un mondo libero dalla violenza e dall'estremismo" e che questo messaggio "è totalmente chiaro al mondo". Con riferimento quindi alla politica di Trump, il presidente iraniano ha detto che "l'epoca delle interferenze negli affari di altri Paesi, intraprendere guerre e finanziare il terrorismo è finita", invitando tutti a "combattere il terrorismo, perché l'unica via da percorrere". "L'Iran ha sempre favorito buoni legami con i Paesi regionali e internazionali", ha continuato Rohani rimarcando che "il terrorismo è attualmente sulla via dell'eradicazione, anche se c'è ancora molto da fare" e per questo ha rivolto nuovamente un appello "alla cooperazione e al consenso unanime alla lotta contro il terrorismo". In tal senso il presidente ha detto che "l'Iran svolge un ruolo cruciale nella lotta al terrorismo e nell'assicurare la sicurezza e la stabilità regionale e continuerà a farlo durante il prossimo governo".
Trump, mai pronunciato la parola Israele con i russi. "Non menzionai la parola o il nome di Israele". Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, rivolgendosi ai giornalisti a margine dell'incontro con Benyamin Netanyahu, con riferimento all'incontro nello Studio Ovale lo scorso 10 maggio con il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e l'ambasciatore russo a Mosca, in cui il presidente Usa condivise informazioni classificate circa la minaccia dell'Isis.
Trump e Melania visitano il Santo Sepolcro a Gerusalemme. Il presidente Donald Trump, con la moglie Melania, è arrivato al Santo Sepolcro nella Città Vecchia di Gerusalemme. Giunto alla Porta di Giaffa in auto, ha poi proseguito a piedi per circa 400 metri scendendo nelle vie del mercato nel Quartiere cristiano. Tutti i negozi sono stati chiusi. Ci sono anche la figlia Ivanka e il marito Jared Kushner. Ad accogliere Trump sulla piazzetta antistante il luogo sacro ai cristiani c'erano i rappresentanti delle chiese cattolica, con il Custode di Terra Santa, padre Francesco Patton, armena e greco-ortodossa. Lungo l'itinerario hanno vigilato sul presidente circa 750 agenti con cecchini sui tetti e elicotteri in volo sulla zona. Secondo la polizia israeliana questa è la fase più delicata dell'intera visita.
Il presidente americano al Muro del Pianto ha toccato le pietre e ha infilato un biglietto Melania e Ivanka in parte riservata a donne. Donald Trump è arrivato al Muro del Pianto a Gerusalemme accompagnato dalla moglie Melania. Insieme a lui ci sono la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner. Trump - che è il primo presidente americano in veste ufficiale a visitare il luogo sacro dell'ebraismo - è affiancato dal rabbino capo del Muro Pianto, Shmuel Rabinovicz. Dopo l'arrivo, Melania e Ivanka si sono dirette nella parte riservata alle donne. Subito dopo il presidente Usa con la kippà in testa si e' avvicinato al Muro, ha appoggiato la mano destra sulle pietre millenarie in meditazione ed ha infilato un biglietto di voto come vuole la tradizione. Questa parte della visita, come quella al Santo Sepolcro è considerata privata, quindi senza esponenti politici israeliani. Ingenti le misure di sicurezza: un lungo telo è stato posto davanti la piazza prospiciente il Muro in modo che non si possa vedere oltre.