Sono 60mila i fedeli presenti al Campo della Libertà di Blaj, in Romania, dove Papa Francesco presiede la Divina Liturgia per la beatificazione di sette vescovi greco-cattolici martiri. Tra le autorità presenti ci sono il presidente della Romania Klaus Iohannis, la premier Vasilica Viorica Dancila con alcuni esponenti del governo e il sindaco di Blaj Gheorghe Valentin Rotar.
Papa Francesco, nell'omelia della celebrazione per la beatificazione dei sette vescovi, incarcerati per la loro fede e morti da martiri in Romania, condanna i regimi e le dittature che hanno imperversato per decenni in questa area dell'Europa ma non pronuncia mai la parola comunismo. La definizione usata dal pontefice è "regime dittatoriale ed ateo". Parla invece esplicitamente di "martirio sofferto sotto il comunismo" la Chiesa locale nel materiale distribuito alla stampa al seguito del Papa in Romania.
"Mea Culpa" del Papa per le "discriminazioni", "segregazioni" e "maltrattamenti" subiti dai Rom. Francesco, incontrando la comunità Rom di Blaj, in Romania, ha confessato di portare nel cuore "un peso". "La storia ci dice che anche i cristiani, anche i cattolici, non sono estranei a tanto male. Vorrei chiedere perdono per questo. Chiedo perdono, in nome della Chiesa al Signore e a voi, per quando, nel corso della storia, vi abbiamo discriminato, maltrattato o guardato in maniera sbagliata, con lo sguardo di Caino invece che con quello di Abele".