Sono l'espressione di due universi paralleli, per molti aspetti, i programmi dei due grandi partiti britannici, Tories e Labour, in vista delle elezioni di giovedì 12. Eccone alcuni punti, suddivisi in sintesi per argomenti.
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* BREXIT Conservatori - Il premier Boris Johnson ha ribadito in tutti i modi la promessa assoluta di portare il Regno Unito fuori dall'Ue il 31 gennaio (secondo lo slogan-tormentone "Get Brexit done"), se avrà "una maggioranza operativa" in Parlamento. Si arriverebbe finalmente alla Brexit grazie alla ratifica dell'accordo di divorzio dai 27 da avviare già prima di Natale, come una sorta di "regalo" sotto l'albero dei britannici.
Laburisti - Il leader Jeremy Corbyn in caso di successo elettorale punta a negoziare nel giro di tre mesi con Bruxelles un nuovo accordo di divorzio molto più soft rispetto a quello di Johnson, che garantisca "una permanente unione doganale" con l'Ue e "un allineamento ravvicinato al mercato unico". E quindi, entro altri tre mesi, promette di convocare il bis referendario ponendo come alternativa a questo accordo l'opzione di restare nell'Unione (Remain).
* POLITICA ECONOMICA Conservatori - Subito dopo la Brexit, Johnson prevede una manovra di bilancio ad hoc con tagli fiscali e investimenti prioritari per scuola, sanità, sicurezza. Fra le misure, l'innalzamento oltre le 9500 sterline della soglia minima di tassazione legata all'assistenza (National Insurance). Promette inoltre la fine (graduale) dell'austerità e una serie di interventi pubblici, fra cui 6,3 miliardi di sterline per l'edilizia e l'ammodernamento ambientale delle case, oltre a mezzo miliardo per un fondo d'aiuto ai giovani "talenti".
Laburisti - Il programma economico di Corbyn è fra i più radicali da decenni con la promessa d'interventi pubblici in favore della sanità e del welfare in generale, di alcune nazionalizzazioni (acqua, poste, ferrovie, linee elettriche) e d'una maggior tassazione per le multinazionali. Tutto questo allo scopo di ridurre drasticamente le disuguaglianze sociali nel Regno. Fra le misure evocate (al costo di oltre 90 miliardi di sterline minime di spesa pubblica negli anni, da coprire secondo gli impegni con aumenti del carico fiscale limitati al 5% più benestante della popolazione) investimenti per creare centinaia di migliaia di posti di lavoro nell'economia verde e contenere i cambiamenti climatici; un piano edilizio da 150.000 nuove case popolari, niente rette universitarie, l'installazione a carico dello Stato di una rete a fibre ottiche per garantire entro il 2030 la connessione Internet veloce gratuita - come un diritto ormai di base - in tutte le case del Paese.
* SICUREZZA Conservatori - Dopo l'attacco terroristico del London Bridge, Johnson ha invocato 'tolleranza zero' sulle scarcerazioni anticipate dei criminali più pericolosi, un massiccio ritorno ai fermi e perquisizioni di polizia noti come "stop and search", oltre alla già promessa stretta sull'immigrazione secondo il modello australiano che prevede un rigoroso sistema a punti di filtro alle frontiere, rivolto a partire dal 2021 (alla fine della transizione post Brexit) anche ai cittadini Ue. Laburisti - Il partito di Corbyn attacca i tagli alla polizia imposti dall'austerity dai governi conservatori e promette di assumere migliaia di nuovi agenti per pattugliare le strade; punta poi ad un maggiore coordinamento fra le varie forze di sicurezza, ma sempre nel "rispetto dei diritti civili".