E' finito nel sangue il tentativo della polizia indiana di placare la folla inferocita contro un ragazzo che rischiava il linciaggio per aver
pubblicato sui social un post "blasfemo, contro l'Islam". L'intervento degli agenti, con le armi, ha lasciato sul terreno almeno tre morti e 65 feriti. "Quel ragazzo ha rischiato il linciaggio: è triste avere usato le armi, ma non c'erano alternative", si è giustificato parlando con i media Kamal Pant, Commissario distrettuale di polizia e raccontando che tra le 65 persone ferite ci sono almeno 60 agenti. Secondo la ricostruzione delle autorità, i
disordini sono scattati per un post offensivo nei confronti di Maometto, divenuto virale sui social. In poche ore, quasi mille persone hanno assediato l'abitazione di un parlamentare del partito del Congresso, R. Akhanda Srinivasamurthy, parente del giovane che ha firmato il post, lanciando pietre e cercando di dare fuoco alla casa del politico. E, quando si è diffusa la notizia che l'autore della frase era in arresto, i manifestanti
hanno assaltato il commissariato, devastandolo, e dando fuoco a varie automobili. A quel punto, la polizia ha risposto con lacrimogeni e spari a vista, gettando ancora una volta nella costernazione l'opinione pubblica indiana, per il frequente uso delle armi da parte di chi ha compiti di protezione.