Il volo con a bordo padre Maccalli e Nicola Chiacchio, i due connazionali liberati giovedì in Mali, è appena atterrato all'aeroporto di Ciampino. Ad accogliere i due italiani ci sono il premier Giuseppe Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio sono liberi. Il primo annuncio da parte del governo ad interim di Bamako ha trovato subito conferma a Roma. I due erano stati trasferiti in Mali dopo il sequestro in Niger ad opera di gruppi jihadisti legati ad Al Qaida nel Maghreb Islamico (Aqmi). "Una bella notizia: padre Pier Luigi Maccalli e Nicola Chiacchio sono finalmente liberi e stanno bene. Erano stati rapiti da un gruppo jihadista. Grazie alla nostra intelligence, in particolare all'Aise, e a tutti coloro che hanno lavorato per riportarli a casa", ha commentato su Twitter il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Anche il premier Giuseppe Conte ha espresso soddisfazione ringraziando, oltre all'intelligence, la Farnesina: "Stanno rientrando in Italia!", ha annunciato il premier.
Con i due italiani hanno riacquistato la libertà l'ostaggio francese Sophie Pétronin e Soumalia Cissé, un noto politico maliano. La Petronin, 75 anni, era l'ultimo cittadino francese in mano a rapitori: era stata sequestrata il 24 dicembre 2016 da un gruppo armato a Gao, nel nord del Mali. Il presidente francese Emmanuel Macron ha espresso "enorme sollievo" per la notizia. Padre Maccalli, 59 anni, della diocesi di Crema, fu rapito il 17 settembre del 2018 in Niger, in una missione a circa 150 km dalla capitale Niamey. In aprile Avvenire aveva pubblicato un breve video in cui appariva il sacerdote lombardo prigioniero, vestito in abiti tradizionali della regione, insieme a Chiacchio, del quale si erano si erano perse le tracce da anni, forse rapito durante una vacanza, tra Niger e Mali. I due, nelle immagini, avevano solo dichiarato la propria identità. La Farnesina ha sottolineato che "la liberazione è stata resa possibile grazie al prezioso lavoro del personale dell'Aise e di tutti i competenti apparati dello Stato, unitamente all'importante collaborazione delle autorità maliane. Il buon esito dell'operazione, oltre a mettere in luce la professionalità, le capacità operative e di relazione dell'intelligence, ha evidenziato anche l'eccellente opera investigativa dell'Autorità giudiziaria italiana ed il prezioso lavoro svolto dalle donne e degli uomini del ministero degli Affari Esteri e dell'intera Unità di Crisi della Farnesina". Fonti della sicurezza maliana, nei giorni scorsi, avevano fatto sapere che la liberazione degli ostaggi occidentali poteva essere imminente, dopo la scarcerazione di un centinaio di jihadisti - presunti o condannati - da parte dell'esecutivo ad interim di Bamako. "Ci sono stati dei problemi, è stata un'operazione delicata ma alla fine per fortuna è andato tutto bene", ha raccontato alla France Presse una fonte dei negoziatori.
Di Maio,in un anno 7 liberati,ora i pescatori in Libia ++
'Attivati tutti i canali, stiamo lavorando in silenzio'
ROMA
(ANSA) - ROMA, 09 OTT - "Con Maccalli e Chiacchio, in poco più di un anno abbiamo liberato e riportato a casa sette ostaggi italiani che erano nelle mani di terroristi o organizzazioni criminali. Continuiamo a lavorare giorno e notte e in queste ore stiamo concentrando gli sforzi per i nostri connazionali in Libia. Abbiamo attivato tutti i canali internazionali e stiamo lavorando in silenzio e con riserbo come richiesto in queste situazioni per raggiungere il miglior risultato. Siamo in continuo contatto con le famiglie dei pescatori". Lo scrive su Fb il ministro degli Esteri Luigi Di Maio postando la foto del rientro dei due italiani liberati ieri in Mali.
Evviva! Padre Maccalli è libero!!!!!
Pubblicato da Aiuto alla Chiesa che Soffre su Giovedì 8 ottobre 2020
"Siamo stati gestiti da tre gruppi, tutti appartenenti alla galassia jihadista legata ad Al Qaeda. Il primo è stato quello dei pastori fulani, il secondo composto da soggetti di origine araba e il terzo da tuareg". E' quanto raccontato da padre Pierluigi Maccalli e Nicola Chiacchio, i due connazionali liberati ieri in Mali, parlando con i pm Sergio Colaiocco e Francesco Dall'Olio, coordinati dal procuratore Michele Prestipino, in una caserma del Ros "Siamo stati sottoposti a lunghi spostamenti che duravano giorni, anche su moto e barche, attraversando il Burkina Faso per arrivare fino in Mali. Siamo stati tenuti insieme dal marzo del 2019 fino alla liberazione", hanno raccontato. "Non abbiamo ricevuto minacce di morte ma il momento peggiore è stato quando è fuggito Luca Tacchetto (il padovano tornato libero nel marzo scorso - ndr), ci hanno tenuto per alcuni giorni incatenati agli alberi ma poi la situazione si è tranquillizzata". E' quanto hanno raccontato Pierluigi Maccalli e Nicola Chiacchio, i due connazionali liberati ieri in Mali, ai pm Sergio Colaiocco e Francesco Dall'Olio, coordinati dal procuratore Michele Prestipino, in una caserma del Ros.