In Romania, contrariamente alle previsioni dei sondaggi, il partito socialdemocratico (Psd, all'opposizione) è in vantaggio nello scrutinio delle legislative di ieri, tuttavia i liberali (Pnl) al potere sono decisamente favoriti per la formazione di un nuovo governo. Dopo lo spoglio del 96% delle schede espresse sul territorio nazionale e l'80% dei voti della numerosa diaspora, il Psd è al 29,39% rispetto al 24,24% del Pnl.
Si tratta di un risultato non previsto alla vigilia sul quale ha influito il massiccio astensionismo che ha caratterizzato la consultazione. Soltanto il 31.84% si è presentato infatti alle urne (poco più di cinque milioni sui 18 aventi diritto), la percentuale più bassa di sempre nel paese balcanico.
Ma nonostante siano in testa nello spoglio, i socialdemocratici quasi sicuramente resteranno tagliati fuori dalle alleanze in vista del nuovo esecutivo dal momento che il Psd è l'unico partito di centrosinistra ad avere superato la soglia di sbarramento del 5%. I liberali del premier uscente Ludovic Orban, appoggiati dal presidente Klaus Iohannis, possono contare invece sull'appoggio di USR-Plus, formazione moderata di centrodestra alla quale è andato il 15.04%, e degli altri due soli partiti che sono andati oltre il 5%: il neonato partito nazionalista dell'Aur (8.26%), sorpresa delle elezioni e secondo partito più votato dalla diaspora dopo l'alleanza USR-Plus, e l'UDMR, il partito della minoranza ungherese, che con il suo 7.42% è pronto a salire sul carro dei vincitori. Tutti gli altri partiti sembrano essere fuori dai giochi.