Dalla pesca alla finanza, dalla mobilità alla concorrenza. Sono i capitoli principali dell'accordo post-Brexit di libero scambio fra l'Unione europea ed il Regno Unito raggiunto alla vigilia di Natale dopo dieci mesi di arduo negoziato. La Commissione europea ha pubblicato oggi il testo completo dell'accordo commerciale: 1.246 pagine che fissano un quadro completo sulle future relazioni dal primo gennaio. Ecco nel dettaglio i vari capitoli.
* TARIFFE - L'Ue offre al suo ex Stato membro un accesso al suo mercato di 450 milioni di consumatori senza dazi doganali o quote su tutte le merci che rispettano le regole di origine appropriate. Si evita così un'interruzione nelle catene di produzione, un indubbio successo per il Regno Unito, che però dovrà rispettare standard precisi.
* LEVEL PLAYING FIELD - Questa apertura sarà accompagnata infatti da condizioni rigorose: le aziende d'oltremanica dovranno rispettare un certo numero di regole in termini di ambiente, diritto del lavoro e fiscalità per evitare qualsiasi dumping. Ursula von der Leyen ha affermato che ci sarà una revisione dopo quattro anni per garantire che le condizioni di parità funzionino.
* TRASPORTI - Si garantisce la continuità dei collegamenti aerei, stradali, ferroviari e marittimi. Le disposizioni permetteranno che la concorrenza tra operatori sia esercitata in condizioni di parità "in modo che i diritti dei passeggeri, dei lavoratori e la sicurezza dei trasporti non ne siano compromessi".
* SERVIZI TV - La Francia ha tenuto con successo il settore audiovisivo fuori dall'accordo, un duro colpo per la Gran Bretagna, che ospita circa 1.400 emittenti, circa il 30% di tutti i canali nell'Ue. I fornitori di servizi tv e video on demand britannici non saranno più in grado di offrire servizi ai telespettatori europei a meno che non trasferiscano parte della loro attività in uno Stato membro dell'Ue.
* PESCA - Il Trattato prevede nuove quote che riducono la quota del pescato dell'Ue in acque britanniche del 25% valide nell'arco di cinque anni e mezzo. Dopo di che ci saranno negoziati annuali tra le due parti.
* MOBILITA' - Da gennaio serve il passaporto (senza visto) per viaggiare oltre i confini e per i soggiorni fino a tre mesi.
* STUDENTI - La Gran Bretagna esce dal programma Erasmus di scambi fra studenti europei.
* AIUTI DI STATO - L'accordo pone fine al regime Ue degli aiuti di Stato e consente a Londra di introdurre un proprio sistema di sussidi. Questa è un'altra importante concessione dell'Ue. Tuttavia, il Regno Unito dovrà garantire che il suo regime di sussidi rispetti i principi chiave stabiliti nel trattato. L'accordo consente inoltre a entrambe le parti di adottare misure correttive se ci sono prove che non siano stati rispettati i principi condivisi.
* COOPERAZIONE GIUDIZIARIA - Si stabilisce un nuovo quadro per la cooperazione di polizia e giudiziaria, "in particolare per combattere la criminalità e il terrorismo transfrontalieri".
* SCIENZA - Il Regno Unito potrà continuare a partecipare al programma scientifico di ricerca Horizon Europe, al programma Euratom e a quello spaziale Copernicus.
* CONTROVERSIE - Nel caso Ue e Regno Unito non dovessero rispettare il trattato, a garantire la corretta applicazione e interpretazione dell'accordo ci sarà un Consiglio congiunto, una sorta di meccanismo di risoluzione delle controversie. Londra si è opposta (con successo) alla Corte di giustizia dell'Ue.
* ESTERI E SICUREZZA - La cooperazione in materia di politica estera, sicurezza esterna e difesa non è contemplata dall'accordo. Ma a prescindere da questo, Londra non dovrebbe allontanarsi dalle posizioni europee su questioni come il nucleare iraniano, la Russia o il Medio Oriente.
* CHI VINCE E CHI PERDE - Secondo analisti a Bruxelles è ancora prematuro tracciare un primo bilancio dell'accordo, tra luci ed ombre o tra chi vince e chi perde. Bisognerà attendere come si esprimeranno gli Stati membri e gli europarlamenti che dovranno dare il proprio assenso. La Bbc osserva come entrambe le sponde della Manica stiano dipingendo l'accordo come una grande vittoria. Ma al di là dei toni trionfalistici di Boris Johnson e di quelli più pacati della Commissione europea che ha parlato di un'intesa "equa ed equilibrata", a sintetizzare meglio il quadro è stata la ministra finlandese per l'Europa Tytti Tuppurainen, secondo la quale si è trattato semplicemente di un esercizio per limitare i danni.
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