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Israele, Netanyahu in Tribunale, il suo processo va avanti

Premier, indagini su di me senza autorizzazione. Centinaia di manifestanti anti-premier fuori dal Tribunale

Benyamin Netanyahu ha lasciato da poco il Tribunale di Gerusalemme dove è in corso il processo a suo carico e dove l'udienza è ancora in svolgimento, mentre centinaia di manifestanti fuori dall'edificio protestano contro il premier.

Netanyahu si è trattenuto nell'aula per una ventina di minuti confermando ai giudici l'impostazione delle osservazioni avanzate per iscritto dalla sua difesa. In questa memoria ha sostenuto che le indagini su di lui sono state effettuate senza l'autorizzazione preventiva del Procuratore di stato Avichai Mandelblit. E che quindi l'impianto accusatorio è improprio.

Ora la giuria - composta dai giudici Rivka Friedman-Feldman, Moshe Bar-Am e Oded Shaham - procederà al dibattimento con la pubblica accusa rappresentata dall'avvocato Liat Ben-Ari e con gli avvocati del premier. Nell'aula sono presenti gli altri due imputati con Netanyahu per le inchieste che lo riguardano. Si tratta di Arnon Mozes - editore di Yediot Ahronot coinvolto nel cosiddetto Caso 2000 - e Shaul Alovitch - proprietario del sito di informazioni Walla e all'epoca anche dirigente della compagnia di comunicazioni Bezeq - implicato nel Caso 4000.

Nell'udienza, i giudici devono anche decidere le prossime date del procedimento. Secondo gli esperti e i media, ci potrebbe essere uno slittamento delle udienze di circa un mese e forse anche dopo le elezioni politiche del 23 marzo.

A distanza di poco più di un mese dalle elezioni politiche del 23 marzo in cui i sondaggi lo danno per vincente, Benyamin Netanyahu torna di nuovo in tribunale. Una data - quella dell'8 febbraio - decisa lo scorso 13 gennaio quando il processo fu rinviato a causa delle restrizioni imposte dal terzo lockdown dichiarato dal governo per fronteggiare i nuovi picchi di infezione da Covid-19.

L'accusa che il premier affronta è quella di corruzione, frode e abuso di potere in due distinte inchieste sempre contestate da Netanyahu nel metodo e nei contenuti. A testimonianza dello scontro in atto sul giudizio, il presidente della Knesset - terza carica dello Stato - Yariv Levin (Likud) ha apertamente chiesto ai giudici di rinviare il procedimento a dopo il voto. "Altrimenti - ha detto rivolto ai 3 togati detentori del giudizio - darete una mano ad una palese ingerenza nelle elezioni"."Il sistema giudiziario - ha insistito - in un Paese democratico, a differenza di quanto avviene in uno non democratico, è attento a non immischiarsi in alcun modo nel processo elettorale".

A maggio scorso Netanyahu arrivò in Tribunale per la prima udienza accompagnato da una serie di ministri del suo governo e da sostenitori. In un discorso molto forte definì "fabbricate" le accuse. Questa volta, tuttavia, è stato lo stesso premier a bloccare l'intenzione dei suoi sostenitori di accompagnarlo. "Non venite domani", ha detto sottolineando che Israele è alle prese con una nuova variante del virus e che bisogna fare attenzione.

Le due inchieste che coinvolgono il premier sono: il 'Caso 2000' sulla trattativa con l'editore del popolare tabloid Yediot Ahronot per una copertura più favorevole. Il 'Caso 4000' concerne invece i rapporti col proprietario del sito di informazione Walla (un magnate che all'epoca controllava la compagnia telefonica Bezeq) sempre per un trattamento giornalistico a lui favorevole.

La nuova seduta del processo cade tuttavia in un momento che vede Netanyahu navigare a vele politiche spiegate. Il premier ha messo in campo una campagna vaccinale che porta Israele al primo posto nel mondo come persone immunizzate rispetto alla popolazione. Un successo che sicuramente avrà peso nel voto. Inoltre, il fronte del centro sinistra è largamente indietro con il fallimento dell'unione di alcune forze e la perdita secca di consenso nei confronti del leader di Blu Bianco Benny Gantz, rimasto imprigionato nell'alleanza di governo con Netanyahu. Secondo alcuni sondaggi, è addirittura in difficoltà nel superare la soglia di sbarramento elettorale del 3,25%.

Il vero pericolo per il premier viene dal centro destra, dall'avversario, ex Likud, Gideon Saar che ha fondato 'Nuova speranza' e sembra l'unico in grado di saldare un fronte anti Netanyahu, soprattutto con Naftali Bennett, della destra religiosa. Fatto sta che i sondaggi per ora danno il Likud tra i 26-29 seggi avanti a tutti gli altri: un dato difficilmente eliminabile.
   

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