Diego Bianchi, ideatore e conduttore di Propaganda Live, ha conosciuto l'ambasciatore Luca Attanasio morto oggi, insieme al carabiniere di scorta Vittorio Iacovacci e all'autista, nell'attacco contro il convoglio della missione Onu (Monusco) nella provincia orientale del Nord-Kivu, in Congo. "Ricordo benissimo quell'incontro - dice all'ANSA - nell'ambasciata a Kishasa, orgoglioso di poterci offrire piatti italiani che aveva insegnato a cucinare allo chef locale. Raccontò a me e ai tre giovani italiani di Medici senza frontiere la bellezza e la complessità del Congo, la storia turbolenta, gli enormi rischi che si correvano ogni giorno. Li aveva tutti ben presenti. Si parlava amabilmente ostentando tranquillità ma il tema della sicurezza era forte in ogni discorso".
"Mi fece impressione - racconta ancora - quanto fosse giovane e già pieno di esperienza in posti difficili, era stato anche in Nigeria precedentemente. Aveva chiara la mappatura degli italiani nel paese che non sono pochi perchè, come ci spiegò bene, siamo stati nel secondo dopoguerra quando nel Congo c'era un boom economico, tra i migranti europei in cerca di fortuna".
Le due settimane passate in Congo nel 2019 con Medici senza frontiere (diventate poi reportage per Propaganda Live su La7) "sono state indimenticabili, un'esperienza molto forte, di posti pericolosi, di posti di blocco che non sai mai come vanno a finire, di bande armate in giro con machete e mitra, bambini soldato con il rischio di essere uccisi all'ordine del giorno, cosa che anche l'ambasciatore ci disse più volte, raccomandandoci di stare attenti in particolare a certe zone, una delle quali, il Nord Kivu è proprio quella dove oggi ha trovato la morte".