Naftali Bennett brucia le residue speranze di Benyamin Netanyahu di formare un governo in Israele e anzi apre una finestra per un possibile governo di unità nazionale con il fronte anti-premier. A poco più di 24 ore dalla scadenza del mandato di Netanyahu per comporre un nuovo esecutivo, il leader di Yamina - uomo chiave di questa fase politica con i suoi 7 seggi - ha respinto l'offerta, in extremis, del capo del Likud di fare il primo ministro per un anno a rotazione con lui. Un'offerta condita con l'impegno di Netanyahu di assegnare ai membri di Yamina anche importanti incarichi di governo e alla Knesset.
Con il suo rifiuto, Bennett di fatto ha esaurito l'incarico affidato a Netanyahu dal presidente Reuven Rivlin quasi un mese fa. Il no è stato giustificato con il fatto che il premier non ha "una maggioranza in mano". "La proposta di Netanyahu - ha spiegato - non è comprensibile: io non ho chiesto la premiership bensì un governo. E questo lui non lo ha". Il perché, ha insistito, è presto detto: il partito religioso sionista di Bezalel Smootrich, satellite del Likud, ha "bruciato i ponti" per un governo di destra "puntellato" dal partito arabo islamista di Mansour Abbas. "Come gli ho sempre detto - ha incalzato Bennett - sono a disposizione di Netanyahu a patto che riesca a fare un governo di destra". Un governo, ha proseguito, che eviti le quinte elezioni, "la cosa più distruttiva". Per questo, ha concluso, se Netanyahu non "riuscirà a fare un governo, allora cercheremo di fare un governo di unità nazionale".