La Norvegia ha deciso di rinunciare al vaccino anti Covi-19 prodotto da AstraZeneca e di sospendere quello di Johnson & Johnson. Lo ha annunciato il primo ministro norvegese Erna Solberg. La Norvegia - ha annunciato il governo - rinuncerà definitivamente al vaccino AstraZeneca nel suo programma di vaccinazione anti-Covid e riserverà il vaccino di Johnson & Johnson solo ai volontari. Il primo ministro Erna Solberg ha giustificato queste misure con le pur rarissime complicazioni gravi riscontrate dopo la somministrazione di questi vaccini, che utilizzano la stessa tecnologia dell'adenovirus e ai quali la vicina Danimarca ha già rinunciato del tutto. L'Agenzia europea per i medicinali (EMA) e l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomandano di continuare a usarli, giudicando i loro benefici superiori ai rischi. La Norvegia aveva sospeso l'11 marzo l'uso del vaccino AstraZeneca e non ha iniziato ad utilizzare dell'americana Johnson & Johnson sospettata di scatenare, molto occasionalmente, simili effetti collaterali. Tuttavia, pur mantenendo questa sospensione, Oslo si rifiuta di rinunciare a questo vaccino. "Vogliamo creare scorte di emergenza che possiamo utilizzare se le infezioni aumentano o se ci sono fallimenti nelle consegne da altri produttori di vaccini", ha detto Solberg in una conferenza stampa. Il vaccino monodose di Johnson & Johnson, a differenza di AstraZeneca, potrebbe essere offerto alle persone su base volontaria, ha detto, seguendo le raccomandazioni formulate lunedì dagli esperti nazionali. Su 135.000 somministrazioni effettuate fino a metà marzo con il vaccino AstraZeneca in Norvegia, sono stati registrati otto casi di trombosi grave, quattro dei quali fatali, in persone relativamente giovani e sane. Il governo sta ora valutando la possibilità di restituire le sue dosi di AstraZeneca ai paesi dell'UE che le hanno fornite o, in alternativa, di effettuare una donazione ai Paesi poveri tramite Covax. "È un vaccino efficace che viene utilizzato in molti Paesi - ha sottolineato il ministro della Salute, Bent H›ie - e vogliamo fare in modo che le dosi siano utili ad altri Paesi che possono trovarsi in una situazione sanitaria più grave della nostra".
In Spagna è attesa per la prossima settimana una decisione su come procedere per l'immunizzazione contro il Covid di persone al di sotto dei 60 anni a cui è già stata somministrata una prima dose di AstraZeneca. Lo ha annunciato in conferenza stampa la ministra della Sanità, Carolina Darias. Sarà decisivo, ha spiegato, il fatto che i tecnici del ministero e delle regioni avranno a disposizione le informazioni per decidere come procedere. Negli ultimi giorni, i presidenti regionali di Madrid e dell'Andalusia avevano spinto per conoscere la posizione del governo a riguardo, spiegando che temono di sprecare dosi di AstraZeneca che attualmente conservano in magazzino.
La variante indiana del virus SarsCov2 B.1.617 si sta diffondendo sempre di più in Europa, dopo aver portato nelle ultime 8 settimane ad un intenso aumento dei contagi in India. A fare il punto è l'ultimo rapporto pubblicato dal Centro europeo per il controllo delle malattie (Ecdc). Di questa variante sono stati individuati tre sottotipi, B.1.617.1, B.1.617.2 e B.1.617.3, di cui i primi due segnalati in Europa. Il primo, B.1.617.1, è quello rilevato in India a dicembre, che ha raggiunto il suo picco a fine marzo, per poi calare ad aprile.
In base alle sequenze del virus pubblicate sulla banca dati Gisaid EpiCov è stato rilevato in India (1147), Regno Unito (247), Usa (137), Singapore (64), Germania (28), Australia (21), Danimarca (21), Bahrain (9), Giappone (9), Angola (8), Svizzera (8), Hong Kong (7), Irlanda (7), Portogallo (7), Belgio (5), Lussemburgo (5), Corea del Sud (5), Canada (4), Olanda (4), Nuova Zelanda (4), Svezia (4), Francia (3), Giordania (3), Repubblica Ceca (2), Guadalupe (2), Russia (2), Sint Maarten (2), Spagna (2), Cambogia (1), Grecia (1), Italia (1), Malesia (1), e Messico (1).
Il sottotipo B.1.617.2 è quello che invece ora sta diventando dominante in India da metà aprile e si sta diffondendo rapidamente anche in Europa. Al 10 maggio infatti è stato rilevato nel Regno Unito (676), India (290), Usa (192), Singapore (91), Australia (58), Germania (31), Giappone (20), Danimarca (18), Bahrain (13), Belgio (12), Francia (12), Irlanda (12), Svizzera (10), Nuova Zelanda (9), Italia (5), Polonia (5), Cina (4), Spagna (3), Svezia (3), Indonesia (2), Olanda (2), Aruba (1), Austria (1), Canada (1), Grecia (1), Hong Kong (1), Lussemburgo (1), Norvegia (1), Romania (1), Slovenia (1), e Corea del Sud (1). Il terzo sottotipo, rilevato a febbraio in India, è invece ancora raro. "Il dato positivo - rileva il virologo dell'Università Bicocca di Milano, Francesco Broccolo - è che il sottotipo 2 della variante indiana, quello che più si sta diffondendo in Europa, non presenta la mutazione E 484 Q, presente negli altri due sottotipi, e nelle varianti sudafricana e brasiliana, capace di sfuggire agli anticorpi neutralizzanti del virus".