È un bilancio pesante quello del ciclone Tauktae, abbattutosi con violenza inaudita tra ieri e oggi su Mumbai, nella velocissima risalita lungo le coste del Mar Arabico, che lo ha portato ad abbattersi questa mattina a terra più a nord, in Gujarat. I morti sono almeno una trentina, anche se il numero rischia di aumentare, varie decine i dispersi a terra, a cui vanno aggiunti gli ottanta tuttora dispersi da una chiatta petrolifera in mezzo al mare, ingenti i danni.
Partito nel week-end dalle Laccadive e dalle coste del Kerala, Tauktae si è andato trasformando, secondo il Dipartimento Meteorologico indiano, da "ciclone di media intensità" in "tempesta ciclonica molto pericolosa", di portata analoga a quella di un uragano di terzo grado nell'Atlantico o nel Pacifico.
Secondo i primi bilanci, solo in Gujarat, Tauktae ha distrutto 16.500 abitazioni e sradicato più di 40mila alberi. Ha lasciato quasi 200mila sfollati, almeno 6000 villaggi e 52 strutture sanitarie per malati di Covid19 senza elettricità e bloccato 13 impianti di produzione di ossigeno. A Mumbai le distruzioni sono state pesantissime. Tauktae ha portato sulla città anche il record di precipitazioni del mese di maggio: le piogge di ieri hanno superato tutti i picchi di maggio dell'ultimo secolo. Mirabolante l'operazione di salvataggio della Marina Militare che, con due navi e vari elicotteri ha tratto in salvo questa mattina 193 dei 273 operai imprigionati su una chiatta, in servizio a un pozzo petrolifero, 70 km al largo delle coste di Mumbai.