Iniziato a Villa La Grange a Ginevra il primo summit tra Joe Biden e Vladimir Putin, che dovrebbe durare 4-5 ore, prima delle due conferenze stampa separate. Si parte con un incontro tra i due leader, accompagnati dai rispettivi ministri degli Esteri. Seguirà una
riunione allargata dove i due presidenti avranno cinque
consiglieri per parte. "Sempre meglio incontrarsi faccia a faccia", ha detto Biden a Putin poco prima dell'inizio del loro vertice. "Ci sono molte questioni che si sono accumulate, spero che il nostro incontro oggi sia produttivo", ha detto dal canto suo il leader del Cremlino al presidente aericano.
Lo ha detto il presidente russo Vladimir Putin a Joe Biden
I dossier sul tavolo, sono molti, l'agenda dei negoziati tra Russia e Stati Uniti è "troppo vasta" per essere completamente coperta in quattro o cinque ore di negoziati tra i due presidenti, quindi i colloqui si terranno "per tutto il tempo che i presidenti riterranno necessario", ha detto il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. "Nessuno sta ponendo limiti di tempo ai presidenti, sarà completamente una loro scelta".
Il Cremlino non si aspetta che i colloqui sulla "stabilità strategica" (ovvero il controllo degli armamenti, ndr) tra la Russia e gli Stati Uniti siano facili, tuttavia "il tempo stringe" e dunque Mosca si aspetta che oggi a Ginevra Joe Biden e Vladimir Putin si accordino "su come iniziare questi negoziati, quando, e nel quadro di quali meccanismi", ha detto ancora Peskov.
Il presidente russo e il suo omologo americano prenderanno una decisione sul ritorno degli ambasciatori, rispettivamente a Mosca e Washington, al vertice di Ginevra, ha detto inoltre il portavoce del Cremlino. "Gli ambasciatori partecipano ai negoziati da entrambe le parti, sono membri delle delegazioni ufficiali. Sono stati lontani dal loro principale luogo di lavoro per diversi mesi ormai e, naturalmente, i presidenti dovrebbero prendere una decisione oggi sul futuro dei capi delle missioni diplomatiche", ha detto Peskov in un'intervista a Primo Canale, ripresa da Interfax.
Ci sono poi i temi di bandiera, irrinunciabili per ragioni di valori e potabilità delle rispettive opinioni pubbliche. I diritti umani, ad esempio. Con Alexei Navalny che langue in galera e una stretta sempre più soffocante su agibilità dell'opposizione e libertà d'informazione. Oppure, per parte russa, il gran tradimento dell'Occidente, che promise - dice Putin - di non spostare più a est i confini della Nato e poi ha fatto esattamente il contrario.
Ci vorra del tempo. Intanto, al termine del vertice, non ci sarà nessuna conferenza stampa congiunta ma dichiarazioni separate ai giornalisti. E stando al Cremlino, la scelta viene dagli americani. Insomma, al di là del folklore pre-partita gli indizi conducono verso un obiettivo chiaro: per quanto minimi, servono risultati. Già l'annuncio di un secondo incontro - ovvero l'avvio di un percorso - sarebbe una cosa straordinaria.