Stimoli economici per migliaia di miliardi di yen per la ripresa post pandemia, assieme alle azioni necessarie per la lotta ai cambiamenti climatici. Le prime promesse di Fumio Kishida, nuovo presidente del partito conservatore in Giappone e futuro premier, puntano a voltare pagina dopo il durissimo periodo segnato dal coronavirus che ha travolto anche il suo predecessore Yoshihide Suga, crollato sotto il 30% dei consensi soprattutto per la gestione della pandemia e la determinazione ad andare avanti con l'organizzazione dei giochi Olimpici nonostante l'impennata dei contagi e la contrarietà di larga parta della popolazione. Sovvertendo tutti i pronostici il candidato moderato, 64 anni, ex ministro degli Esteri, politico di lungo corso dai toni considerati forse un po' troppo pacati anche per la politica quieta del Sol Levante, è riuscito a battere al ballottaggio il responsabile della campagna vaccinale Taro Kono, favorito dall'opinione pubblica nei sondaggi ma la cui figura giudicata sopra le righe si scontrava con l'area più tradizionalista del partito. Dopo una sostanziale parità al primo scrutinio, Kishida ha avuto bisogno del maggior sostegno dei parlamentari nella seconda votazione per affermarsi con una maggioranza di 257 voti contro i 170 di Kono. La presidenza del partito alla guida della coalizione di governo in Giappone è l'anticamera alla nomina di capo dell'esecutivo, dal momento che i Liberal-democratici hanno una solida maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. L'ex responsabile della diplomazia sotto Shinzo Abe prenderà dunque il posto Suga, che aveva comunicato a inizio settembre di non volersi presentare alle primarie del partito, ufficializzando di fatto le sue dimissioni. Nella sessione straordinaria della Dieta di lunedì Kishida con ogni probabilità riceverà l'investitura ufficiale, diventando il centesimo presidente del Consiglio in Giappone. "Stiamo attraversando un periodo di crisi a livello nazionale. Dobbiamo continuare ad arginare l'espansione del coronavirus e a questo proposito introdurremo stimoli economici del valore di migliaia di miliardi di yen per la ripresa economica post pandemia", ha detto Kishida subito dopo il voto, esprimendo la sua determinazione a salvaguardare i valori universali tra cui la democrazia, garantire la pace e la stabilità nella regione, e fornire un maggior contributo da parte del Giappone alle sfide della comunità globale, a partire dalla questione dei cambiamenti climatici. Da politico di esperienza Kishida non ha trascurato di ricordare agli esponenti del partito gli impegni immediati, con la fine della legislatura prevista per il 21 ottobre e lo scioglimento della Camera bassa, oltre alle istanze più vitali che riguardano il Paese, promettendo di contrastare la bassa natalità. Nato a Hiroshima e discendente da una famiglia di politici da tre generazioni - una consuetudine in Giappone per i legislatori di alto profilo - Kishida è stato eletto per la prima volta nel 1993 e ha servito nove mandati alla Camera dei Deputati. La sua designazione alla guida del partito allude alla continuità a meno di due mesi dalle elezioni: ora promette di guidare un governo "capace di spiegare alla gente lo scopo dei provvedimenti e di ascoltare gli appelli delle persone". Con una serie di problemi aperti sul tavolo, dall'impatto della pandemia sull'economia alle minacce geopolitiche rappresentate da Corea del Nord e Cina.