E' stato rinviato al 10 gennaio prossimo il verdetto atteso per oggi al processo all'ex leader birmana e Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, accusata di importazione illegale e possesso di walkie-talkie e per violazione delle restrizioni Covid: lo si apprende da una fonte vicina al caso.
Monta intanto la rabbia sui social media dopo il massacro della vigilia di Natale in Birmania per il quale sono accusati i militari della giunta al potere. Tra le decine di vittime, scrive il Guardian, ci sono anche donne e bambini.
Le truppe del governo del Myanmar avrebbero radunato e ucciso a colpi di arma da fuoco almeno 38 abitanti della cittadina di Hpruso, secondo una ong e altri media. Le foto della strage sono state diffuse sul web suscitando indignazione contro i militari, che hanno preso il controllo dello Stato a febbraio. Un testimone ha raccontato che le vittime stavano cercando di fuggire dai combattimenti tra l'esercito e i gruppi di resistenza armata nella zona. Due lavoratori di Save the Children rimangono dispersi, con la conferma che il loro veicolo privato è stato attaccato e dato alle fiamme.
"Secondo quanto riferito - ha affermato la ong - i militari hanno costretto le persone a scendere dalle loro auto, ne hanno arrestato alcune, ne hanno ucciso altre e hanno bruciato i loro corpi".