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Regno Unito: sfida a 5 per succedere a Boris Johnson, fuori Suella Braverman

Sunak e Mordaunt davanti a Truss anche in secondo scrutinio Tory

Si restringe a 5 superstiti la corsa per succedere a Boris Johnson come leader Tory e futuro premier britannico, dopo il secondo scrutinio condotto oggi fra i deputati del partito di maggioranza e l'eliminazione dell'ultima arrivata: l'attorney general Suella Braverman. Restano in lizza - in ordine di preferenze - Rishi Sunak, Penny Mordaunt, Liz Truss, Kemi Badenoch e Tom Tugendhat.

Con l'ex cancelliere Sunak e l'ex ministra della difesa Mordaunt ancora davanti alla titolare degli esteri Truss nella partita per arrivare la settimana prossima al ballottaggio finale a due: da affidare poi al voto degli iscritti entro il 5 settembre.

Il presidente del Comitato 1922, l'organismo elettorale interno al gruppo Tory alla Camera dei Comuni, Graham Brady, ha precisato che oggi hanno votato a scrutinio segreto 356 sui 358 deputati di maggioranza aventi diritto.

Sunak, 42 anni, origini familiari indiane, pro Brexit della prima ora, ma in grado di parlare anche a settori centristi del partito, è salito oltre quota 100 dagli 88 suffragi di ieri: arrivando a 101 e consolidandosi a questo punto come pretendente pressoché certo a uno dei posti in palio per il ballottaggio finale, oltre che come primo aspirante premier britannico proveniente da una minoranza etnica di radici non europee.

Alla sue spalle si rafforza peraltro Mordaunt, 49 anni, brexiteer storica a sua volta e beniamina della base degli iscritti secondo i sondaggi, che cresce da 67 a 83 suffragi. E allunga di altri due voti su Truss, più accreditata dall'establishment all'inizio, la quale dal canto suo guadagna qualcosa rispetto alle 50 preferenze di ieri ma si ferma per ora a 64: nonostante la piattaforma ultraliberista illustrata oggi in pompa magna, il sostegno di parte della destra interna e i colpi bassi riservati da suoi alleati alla rampante Penny. Ma che potrebbe recuperare se non altro parte dei voti andati oggi dispersi a Braverman (scesa tra ieri e oggi da 32 a 28 sostenitori), espressione della destra più radicale.

Fra gli outsider restano infine aggrappati alla partita la sorprendente Kemi Badenoch, viceministra 42enne di genitori nigeriani non estranea anche lei alla nuova destra Tory, issatasi da 40 a 49 voti che potrebbero aiutarla a divenire alla fine una sorta di Queen Maker; nonché il presidente della commissione Esteri della Camera, Tom Tungendhat, ex militare di carriera ed ex Remainer superstite, comunque a fine corsa essendo l'unico (a parte l'esclusa Braverman) ad aver perso voti da ieri (da 37 a 32).

 

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