Sono cominciate alle 8 (le 14 italiane) le operazioni di voto in una giornata storica in cui oltre 15 milioni di elettori potranno dire in Cile se accettano (apruebo) o respingono (rechazo) la bozza di nuova Costituzione messa a punto in un anno di lavoro da una Assemblea costituente di 155 membri.
Il testo, che dovrebbe sostituire la Costituzione in vigore introdotta durante la dittatura di Augusto Pinochet, è innovativo e, se approvato, metterebbe fine al modello neoliberale cileno.
Nei suoi 388 articoli integra per la prima volta i diritti delle popolazioni originarie, per lo più mapuche, che sono il 21% della popolazione, potenzia visibilità e ruolo delle donne nella società, e apre ampi spazi di intervento dello Stato nell'economia e nei servizi pubblici e sociali (scuole, pensioni, sanità, cultura).
Novità assoluta per un referendum, il voto sarà obbligatorio, per cui si ritiene che l'affuenza potrebbe superare il 75% del corpo elettorale.
Questo fattore, e recenti analisi con modelli matematici di istituti specializzati possibiliste di una vittoria del sì, hanno aggiunto incertezza alla giornata e relativizzato vari sondaggi che invece hanno ipotizzato una vittoria delle forze contrarie all'introduzione della nuova Costituzione.
Se vincerà 'apruebo', il presidente Boric avrà cinque giorni di tempo per convocare il Parlamento per la promulgazione della nuova Costituzione che entrerà in vigore nei giorni successivi a partire dalla sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Se invece trionferà il 'rechazo', la Costituzione del 1980 sarà mantenuta, senza che questo impedisca la formazione in futuro di una nuova Assemblea costituente.
I seggi chiuderanno alle 18 (le 24 italiane) con i risultati ufficiali pubblicati poco dopo dal Servizio elettorale (Servel) cileno.