Quasi tutti i voli in partenza dalla Russia sono stati esauriti in poche ore dopo che Vladimir Putin ha annunciato una mobilitazione parziale dei riservisti. Si è registrato anche un immediato, forte rincaro dei prezzi dei biglietti aerei. Come riferiscono i media a Belgrado, quasi tutti i voli sono pieni, e i pochi biglietti ancora disponibili hanno prezzi altissimi. Secondo la Tanjug, il biglietto più economico per la tratta da Mosca a Istanbul - un volo notturno con Azerbaigian Airlines e con scalo a Baku, della durata di 13 ore - costava 1.154 euro. In mattinata i biglietti per tale volo erano ormai esauriti, come anche quelli per tutti gli altri voli verso Istanbul, Antalya, Tbilisi e Ierevan. Turchia, Georgia e Armenia sono tra i pochi Paesi verso i quali i cittadini russi possono ancora viaggiare con relativa facilità. Belgrado, il cui governo non ha aderito alle sanzioni contro Mosca, è l'unica capitale europea ad avere collegamenti aerei diretti con la Russia, e negli ultimi mesi è notevolmente aumentata la presenza di cittadini russi nella capitale serba e altre città del Paese balcanico. In particolare tanti imprenditori russi hanno deciso di spostare la loro attività in Serbia, un paese non ostile ai russi, vicino per lingua, religione e tradizioni, e nel quale è possibile effettuare operazioni economico-finanziarie ormai impossibili in Russia, sottoposta alle pesanti sanzioni occidentali. Ciò ha comportato al tempo stesso una forte richiesta sul mercato immobiliare di appartamenti e locali uso ufficio, con inevitabili aumenti dei prezzi.
Cresce la preoccupazione in Finlandia per un possibile massiccio afflusso di cittadini russi, dopo che il presidente Vladimir Putin ha dichiarato la mobilitazione militare parziale. Già negli ultimi due giorni prima dell'annuncio, un totale di 6.500 russi sono entrati nel Paese, di cui circa un terzo con visto turistico, secondo il quotidiano Iltalehti. E lunghe code vengono segnalate ai valichi di frontiera. A Helsinki, sottolineano fonti del giornale, la decisione dei Paesi baltici di bloccare i visti turistici per i russi "non è stata vista favorevolmente", dato che la pressione migratoria terrestre si concentra ora esclusivamente sulla Finlandia, unico confine ancora aperto. Secondo il colonnello Matti Pitkäniity , capo dell'Unità di cooperazione internazionale del Servizio delle guardia di frontiera, tuttavia, le statistiche sul traffico di frontiera non mostrano finora un cambiamento significativo.