La Procura generale del Perù ha annunciato l'avvio di un'indagine preliminare contro la presidente Dina Boluarte, il primo ministro Alberto Otárola e i ministri di Interno e Difesa, Víctor Rojas e Jorge Chávez, per l'ipotesi del reato di genocidio, omicidio colposo e lesioni gravi.
L'ufficio del procuratore Patricia Benavides, scrive oggi il quotidiano La Republica, ha ordinato la procedura dopo la registrazione di 17 morti a seguito di scontri lunedì tra forze dell'ordine e manifestanti antigovernativi a Juliaca, nella regione meridionale di Puno.
"L'istruttoria - hanno precisato fonti della Procura - riguarda i presunti reati di genocidio, omicidio colposo e lesioni gravi, commessi non solo quest'anno ma anche nelle manifestazioni avvenute a partire dal 7 dicembre 2022 nelle regioni di Apurímac, La Libertad, Puno, Junín, Arequipa e Ayacucho", con un bilancio complessivo fino a ieri di 45 morti, fra cui anche un agente di polizia, e centinaia di feriti. L'istruttoriasi è infine appreso, coinvolge anche l'ex premier, Pedro Angulo, e l'ex ministro dell'Interno César Cervantes.
Un poliziotto di pattuglia lunedì notte nella cittadina peruviana di Juliaca, teatro dei recenti scontri tra forze di sicurezza e manifestanti che chiedono il rilascio dell'ex presidente Pedro Castillo, è stato attaccato e bruciato vivo dai dimostranti, mentre il bilancio delle vittime è salito ad almeno 47 dall'inizio delle proteste: lo riportano i media internazionali. Il 29enne José Luis Soncco Quispe era di pattuglia con un collega lunedì sera quando la loro auto è stata attaccata da una folla che ha poi dato fuoco al veicolo, ha riferito la polizia. Secondo il collega di Soncco, Ronald Villasante Toque, i due sono stati "trattenuti e attaccati fisicamente da circa 350 manifestanti":
Villasante è stato portato in un ospedale di Lima con ferite multiple alla testa, mentre Soncco è morto sul posto. Il primo ministro Alberto Otárola ha confermato la morte dell'agente affermando che l'uomo "è stato bruciato vivo nella sua auto di pattuglia". Intanto, l'ufficio del difensore civico del Perù ha reso noto che dall'inizio delle proteste il mese scorso 39 civili sono stati uccisi negli scontri con la polizia e altri sette sono morti in incidenti stradali, oltre all'agente ucciso lunedì.
Al termine di una sessione durata varie ore, il Parlamento peruviano ha approvato la fiducia al Governo del premier Alberto Otárola. Dopo l'illustrazione del programma, l'intervento di almeno sei ministri a sostegno del programma governativo e i commenti dei rappresentanti di tutti i gruppi politici, i parlamentari hanno concesso la loro fiducia con 73 voti a favore, 42 contrari e sei astensioni. Il dibattito è avvenuto sullo sfondo di perduranti manifestazioni antigovernative e di scontri violenti fra manifestanti e forze dell'ordine nel centro-sud del Pase che lunedì a Juliaca, nella regione meridionale di Puno, hanno avuto un bilancio di 18 morti e oltre 40 feriti. Dopo la destituzione del presidente Pedro Castillo e la caduta del suo governo, il Parlamento ha concesso la fiducia a un premier e a una compagine governativa appartenente al centro-destra.