"Temo per la mia vita": lo dice in un'intervista al Guardian Andrey Medvedev, ex comandante del gruppo mercenario russo Wagner, che venerdì scorso scorso è fuggito in Norvegia, dove ha chiesto asilo. "Ho combattuto a Bakhmut", ha detto il 26enne Medvedev, aggiungendo di essersi nascosto in Russia a luglio dopo aver abbandonato l'unità che comandava. Tale unità era composta principalmente da ex detenuti che sono stati gettati nei combattimenti come "carne da macello", ha denunciato, aggiungendo che nel suo plotone "solo tre uomini su 30 sono sopravvissuti".
Poi ha parlato delle esecuzioni sommarie di chi disobbediva agli ordini: "I comandanti li hanno portati in un campo di tiro e sono stati fucilati davanti a tutti", e questo è stato il motivo principale per cui ha scelto di disertare. Medvedev ha anche affermato di aver comandato Yevgeny Nuzhin, un assassino reclutato da Wagner che si è arreso alle forze ucraine ma in seguito sarebbe stato consegnato alla Russia e giustiziato. Ed ha avvertito: "Temo che il mio destino sarà lo stesso di Nuzhin per aver parlato. Ho paura per la mia vita". Il suo avvocato norvegese, Brynjulf Risnes, ha dichiarato alla Bbc che Medvedev è "disposto a parlare delle sue esperienze nel gruppo Wagner a coloro che stanno indagando sui crimini di guerra".