Cinque anni fa aveva fatto scalpore
presentandosi all'assemblea dell'Onu con la figlia Neve di tre
mesi in braccio, secondo capo di governo al mondo ad aver
partorito durante il suo mandato dopo la pakistana Benazir
Bhutto. E oggi Jacinda Ardern, ormai ex premier neozelandese, ha
annunciato a sorpresa le sue dimissioni dopo cinque anni e mezzo
di mandato e a nove mesi dalle elezioni legislative, affermando
di essere "umana", ed "esausta".
Ardern ha dimostrato ancora una volta con la sua uscita di
scena che si puo' governare un Paese anche senza essere un
maschio Alfa, ammettendo con il sorriso i propri limiti e
preferendo gli affetti al potere. "Sono umana - ha detto in
conferenza stampa -. Noi diamo tutto quello che possiamo per
tutto il tempo che possiamo e poi arriva il momento. E per me
quel momento e' arrivato. Semplicemente, non ho piu' le energie
per altri quattro anni".
Nuova Zelanda, la premier Ardern annuncia le sue dimissioni
Davanti ai giornalisti e' arrivata con passo deciso, un
castigato abito nero quasi a ricordare le sue origini mormoni
appena ingentilito dalle maniche larghe, emaciata e con il
sorriso dei suoi 42 anni. "Quest'estate speravo di trovare
l'energia per prepararmi non solo per un altro anno ma per un
altro mandato, perche' e' questo che quest'anno richiedeva. Non ci
sono riuscita. Percio' oggi annuncio che non mi ricandidero' alla
rielezione e che il mio mandato di primo ministro si concludera'
entro il 7 febbraio. Questi sono stati i cinque anni e mezzo piu'
appaganti della mia vita, ma sono stati anche ricchi di sfide".
Le prossime elezioni sono gia' convocate per il 14 ottobre.
La strage di Christhurch, il 15 marzo 2019, quando un
suprematista apri' il fuoco contro una moschea e un centro
islamico uccidendo 50 persone e ferendone altrettante, la vide
indossare il velo nel fare le consoglianze alle famiglie delle
vittime. Subito dopo arrivo' la stretta sulle armi e le pressioni
sui social network affinche' mettessero un freno all'odio online.
Infine la sfida del Covid, con l'arcipelago blindato e i cinque
milioni di abitanti invitati a reagire "con gentilezza".
La stanchezza si era manifestata pubblicamente circa un mese
fa, quando in un fuori onda aveva definito il leader del partito
di opposizione Act David Seymour un "coglione arrogante",
dovendosi poi scusare, mentre il partito laburista perdeva
posizioni nei sondaggi. Quindi l'addio. Finita la conferenza
stampa, Ardern si e' rivolta alla figlia Neve: "La mamma sara'
accanto a te quando comincerai la scuola quest'anno". E poi al
compagno Clark: "E ora sposiamoci".
"Jacinda Ardern ha mostrato leadership, coraggio ed empatia.
È stata e rimane un'ispirazione per me e per tanti. In bocca al
lupo", l'ha salutata su Twitter il segretario del Pd Enrico
Letta. "In questo momento i labour neozelandesi stanno
affrontando una difficile crisi di consensi - gli ha fatto eco
la vicesegretaria de Pd Irene Tinagli -; la premier si e' resa
conto, al momento, di non avere l'energia per invertire la rotta
e, con un grande gesto di responsabilita' e consapevolezza, si e'
dimessa. Un gesto forte, inedito, che e' destinato a far parlare
tutto il mondo. Una cosa pero' mi ha stupito, senza entrare nel
merito della delicatezza personale della scelta: i suoi compagni
di partito si sono compattati e in tre giorni eleggeranno un
nuovo leader. Tre giorni. Sara' comunque dura per loro, ma
ripartiranno subito senza polemiche sterili, senza processi in
piazza. Responsabilita' , umanita' , unita' . Qualcosa su cui
riflettere anche a casa nostra".