Il price cap sui prodotti petroliferi russi "è stato concordato con i nostri partner del G7 e eroderà ulteriormente le risorse di Putin per fare la guerra. Entro il 24 febbraio, a esattamente un anno dall'inizio dell'invasione dell'Ucraina, miriamo a mettere in atto il decimo pacchetto di sanzioni". Lo afferma la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dopo l'ok ai massimali di prezzo sui derivati del petrolio russo.
"Stiamo facendo pagare a Putin la sua atroce guerra. La Russia sta pagando un prezzo pesante, le nostre sanzioni stanno erodendo la sua economia, facendola arretrare di una generazione", aggiunge.
L'Unione europea e il G7 hanno adottato in via definitiva l'accordo sul price cap per i prodotti petroliferi raffinati russi trasportati via mare verso i Paesi terzi. L'intesa, licenziata nella serata di ieri dagli ambasciatori dei Ventisette, prevede una soglia di 100 dollari al barile per i prodotti raffinati di alta qualità, come il diesel, e di 45 per i prodotti di bassa fascia, come la nafta. La misura entrerà in vigore domani. Il cap si aggiunge a quello già approvato sul petrolio russo (fissato a 60 dollari al barile), in vigore dal dicembre 2022.
Nuovo allarme dei consumatori sul fronte della benzina. A partire da domani 5 febbraio scatterà infatti l'embargo deciso dall'Ue sui prodotti raffinati russi, una misura che - sottolinea Assoutenti- rischia di determinare nuovi rincari dei carburanti alla pompa con danni sia sul fronte dei costi dei rifornimenti, sia dell'inflazione. I listini alla pompa - spiega il presidente Furio Truzzi - potrebbero così toccare in Italia nuovi record, considerato che già oggi sulle autostrade il gasolio in modalità servito è tornato a superare quota 2,5 euro al litro su diverse tratte".