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La disperazione di un padre che ha perso il figlio VIDEO

L'uomo tiene in braccio il piccolo estratto dalle macerie e continua a cullarlo a Jindayris nel nord della Siria. Tanti i bambini salvati e restituiti alla vita

Il corpo senza vita è avvolto da una coperta rossa. Il padre lo tiene in braccio, come a voler ancora proteggere quella piccola creatura che ormai non si muove più.

 

Terremoto in Siria, a Jindayris tra cumuli di macerie e sopravissuti la disperazione di un padre

Non esiste un termine per descrivere la morte di un figlio, ma quelle lacrime urlate nascoste sotto un cappuccio sembrano dargli una tragica immagine. Il sisma si è portato via tutto. Anche la vita dei più piccoli. L'immagine simbolo di questa tragedia arriva da Jindayris, città siriana nordoccidentale, ma potrebbe essere stata raccolta in uno dei tanti luoghi dove in queste ore si stanno piangendo le migliaia di vittime del sisma che ha colpito il sud della Turchia e le vicine regioni della Siria.

Un disastro che non ha precedenti, il più grande dal 1939 stando a quanto riportato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Una calamità da cui, però, qualcuno è riuscito a salvarsi. Se da una parte, infatti, c'è il dolore per il padre che tiene tra le sue braccia il figlio che se n'è appena andato, dall'altra ci sono spiragli di luce per delle vite che sono state salvate.

 

 

La speranza arriva da due bambine estratte vive dalle macerie. E da un neonato estratto dalle macerie, la mamma non ce l'ha fatta. La prima viene portata via in braccio dai soccorritori con ancora addosso il suo pigiamino. È sporca di sangue sul viso e sui vestiti. Il terremoto è arrivato di notte, alle 4.17 ora locale, cogliendo tutti di sorpresa. Anche quel fagotto di pochi chili: ai piedi indossa solo i calzini mentre viene passata di braccia in braccia tra gli uomini che la portano in salvo. Potrebbe avere due anni o poco di più. L'altra bambina è più grande. Si aggrappa con tutte le sue forze alle braccia dei soccorittori che la trascinano fuori dal buco in cui è rimasta, quasi sommersa dai detriti.

 

È scalza e ricoperta di polvere dalla testa ai piedi. Ma è viva. Si scava anche con le mani per cercare superstiti. Altri due bambini piccolissimi vengono estratti vivi in un'altra zona del Paese, tra i festeggiamenti di chi li ha salvati. Le operazioni di soccorso continuano ininterrotte, si stima che moltissime persone siano ancora sotto le macerie delle migliaia di edifici che sono crollati. In questi casi la tempestività degli interventi diventa un fattore fondamentale: da questo dipende la vita delle tante persone ancora in pericolo. Per questo le organizzazioni non governative si sono già attivate. La ong di protezione civile siriana White Helmets (Caschi Bianchi) ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del Paese e ha lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi.

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