Dall'Ue agli Usa fino alla Nato la bocciatura è netta. La proposta di Pechino sulla crisi in Ucraina, appena portata in giro per l'Europa e a Mosca dal massimo diplomatico cinese Wang Yi, non convince gli occidentali. La 'Posizione della Cina sulla soluzione politica della crisi ucraina', promossa dal presidente XI Jinping, è apparsa come un insieme di punti di vista cinesi "noti fin dall'inizio" piuttosto che un vero piano di pace o un'offerta di mediazione, peraltro lontana dalle strategie della leadership comunista.
Il rispetto della sovranità e dell'integrità territoriale di tutti i Paesi (senza però specificare come varrebbe per l'Ucraina e per la terra che le è stata sottratta da quando la Russia ha conquistato la Crimea nel 2014), il cessate il fuoco, la ripresa dei negoziati di pace, il rigetto delle armi nucleari (chimiche e batteriologiche) e degli attacchi alle centrali atomiche a uso civile sono gli elementi cardine del documento cinese di 12 punti che chiede la fine delle sanzioni alla Russia. "I Paesi interessati dovrebbero smetterla di abusare delle sanzioni unilaterali" e "fare la loro parte per ridurre la crisi ucraina", si legge nel testo diffuso dal ministero degli Esteri.
Tutti propositi inaccettabili visto che il blocco occidentale chiede prima il ritiro delle truppe russe, anche alla luce della risoluzione votata a stragrande maggioranza dall'Assemblea generale dell'Onu che si basa sulla partenza senza condizioni delle forze di Mosca dal territorio ucraino per una pace "complessiva, giusta e duratura". Il testo della diplomazia mandarina condanna invece la "mentalità da Guerra Fredda", costante rimprovero di Pechino a Usa e Nato. "La sicurezza di una regione non dove essere raggiunta rafforzando o espandendo i blocchi militari", si legge ancora nel testo, secondo una tesi cara al presidente russo Vladimir Putin. Tra gli altri punti, protezione per i prigionieri di guerra, cessazione degli attacchi ai civili, tutela dell'export di grano e ricostruzione post-bellica.
Se Mosca ha "apprezzato molto" gli sforzi cinesi alla soluzione del conflitto e Kiev ha parlato di "un buon segnale" (malgrado Xi non abbia ancora avuto colloqui con il presidente Volodymyr Zelensky, che ha ribadito di volerlo incontrare), il blocco occidentale ha sparato ad alzo zero. "La Cina non ha credibilità perché non ha mai condannato l'invasione della Russia e ha firmato qualche tempo prima dell'invasione russa un accordo per una partnership senza limiti con Mosca", ha attaccato da Tallin il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. Quello cinese "non è un piano di pace, è un documento di intenzioni, dove Pechino illustra tutte le sue posizioni che sono note dall'inizio", ha rincarato dall'Onu l'Alto Rappresentante per gli Affari esteri dell'Ue, Josep Borrell, osservando che "per essere credibile" un piano di pace "deve essere condiviso con entrambe le parti: la Cina deve andare a Kiev e parlare con Zelensky come ha parlato con Putin. Inoltre, non può mettere sullo stesso piano aggressore e aggredito". Ancora più duro l'affondo del segretario di Stato Usa Antony Blinken: "Nessun membro del Consiglio di Sicurezza deve invocare la pace mentre sostiene la guerra della Russia in Ucraina e cadere nella falsa equivalenza di chiedere ad entrambe le parti di fermare i combattimenti, perché c'è un aggressore e un aggredito".
Il punto è che la Cina ha offerto dichiarazioni contraddittorie sin dall'inizio della crisi, sostenendo che la Russia è stata indotta ad agire dall'espansione della Nato verso est e rivendicando per sé una neutralità sulla guerra. Xi e Putin inoltre, com'è noto, alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022 firmarono la dichiarazione sull'amicizia bilaterale "senza limiti" tra i due Paesi. Il sostegno del Dragone al Cremlino in funzione anti-Usa finora è stato in gran parte retorico e politico, soprattutto in seno all'Onu. Di recente però Washington ha affermato che Pechino sta fornendo armi non letali alla Russia e potrebbe fare di più.
L'esercito russo, ha riportato per esempio Der Spiegel irritando Pechino, sarebbe impegnato in trattative con la cinese Xi'an Bingo Intelligent Aviation Technology per la produzione di massa di droni kamikaze alle sue forze armate. L'ipotesi è stata smentita dalla parte cinese, bollata come frutto di "falsità". Il messaggio dei leader del G7 è stato del resto perentorio: "Chiediamo ai Paesi terzi e a tutti gli attori internazionali che cercano di aggirare le sanzioni dando sostegno materiale alla Russia di smettere immediatamente o dovranno affrontare sanzioni durissime".