Un 8 marzo dall' "approccio rivoluzionario" quello che si apprestano a vivere le donne iraniane. Una giornata che è "l'occasione per ribadire la loro voglia di autodeterminazione e di libertà". Lo dice Parisa Nazari, attivista e mediatrice interculturale iraniana, traduttrice, che vive in Italia da diversi anni e dove promuove iniziative culturali basate su letteratura e poesia (tant'è vero che si definisce "attivista culturale") oltre a far conoscere la condizione e la protesta delle sue connazionali.
Anche la Giornata Internazionale della Donna 2023 sarà celebrata in Iran - dice all'ANSA Nazari - "come del resto ogni anno, così come avviene in tutto il mondo. Di solito, nonostante la censura, si organizzano iniziative culturali piuttosto che di stile festaiolo". "Non so bene quali iniziative siano in programma per domani ma sono certa che le donne non resteranno a casa. Quest'anno è particolare, sarà un 8 marzo di approccio rivoluzionario" sull'onda del proteste del movimento "Donna Vita Libertà" che vede le donne, e per la prima volta anche giovani uomini, in una potente mobilitazione contro il regime.
Nazari ricorda l'8 marzo 1979, a pochi giorni dalla rivoluzione islamica del febbraio precedente che introdusse l'obbligo del velo (inizialmente solo negli uffici pubblici poi allargato in ogni luogo): anche in quella occasione le donne scesero in piazza, manifestarono contro questo abuso e gridarono slogan a sostegno dei loro diritti, "per non tornare indietro".
In questo 2023, a suo avviso, ci sono novità: "La società civile iraniana è cambiata. Dacché le donne erano sole, i loro diritti non erano una priorità, ancora ci sono leggi misogine che hanno creato discriminazioni, ora ci sono cambiamenti. In questi anni, uomini e donne hanno capito, c'è più consapevolezza del fatto che il ruolo delle donne è fondamentale per arrivare alla democrazia". Nessun timore quindi per gli arresti avvenuti negli scorsi 8 marzo, "quest'anno sarà diverso. E' un periodo particolare. Siamo nel pieno della rivoluzione. Le iniziative in programma per domani non piaceranno al regime, cercheranno di bloccarle. Spero che questo non avvenga ma le donne andranno avanti". Del resto "ultimamente - prosegue Nazari - è veramente difficile controllare le donne perché sono tantissime coloro che protestano. Mai come in questi giorni ci sono donne che per strada non indossano il velo e vengono lasciate fare. Non certo per una maggiore tolleranza ma perché non è possibile fermarle tutte". Tuttavia "non sono sicurissima che questo preluda ad una vittoria per i diritti delle donne iraniane. E' solo una tappa.
L'obbligo del velo non verrà abolito; il velo permette al regime di rendere le donne modeste, invisibili, di controllare il loro corpo. Non penso quindi che siamo in una fase in cui si possa distruggere l'apparato di questi 40 anni". Quindi non c'è maggiore tolleranza, "ci sono stati recentemente episodi di manifestanti colpite agli occhi da proiettili di gomma e sono rimaste accecate", c'è solo una difficoltà logistica di bloccarle tutte.
Ai cambiamenti nella società iraniana ha contribuito la cultura e le donne sono state trainanti: "L'istruzione ha permesso la rivoluzione in atto. Le donne iraniane hanno capito quanto sia importante il ruolo dell'istruzione, soprattutto quella universitaria. Tant'è vero che il numero delle iraniane laureate è superiore a quello degli uomini. E gli uomini che ora sono vicino alle donne in questa battaglia per la libertà e i diritti sono i figli di donne consapevoli che hanno investito nella cultura. Questa lotta non si fermerà".