Un blocco di sei Paesi Ue - Austria, Belgio, Danimarca, Francia, Germania e Olanda - al quale si è aggiunto la Svizzera in quanto membro Schengen, ha preparato un documento congiunto in cui si esprime "preoccupazione" per lo stato attuale del sistema di asilo comune in Europa e in particolare del trattato di Dublino. I Paesi sottolineano che "un miglioramento del sistema attuale, nell'ottica della condivisione di responsabilità, solidarietà e sincera cooperazione nell'applicazione delle regole esistenti", può creare la creazione della "fiducia comune" per arrivare alla riforma "strutturale del problema", di cui c'è bisogno.
"È importante che gli Stati membri rispettano le regole attuali per quanto riguarda il trattato di Dublino, ecco perché oggi discuteremo anche della dimensione interna oltre che a quella esterna", ha detto Maria Malmer Stenergard, ministra svedese per la Migrazione, all'arrivo a Bruxelles per il consiglio Affari Interni. "Per quanto riguarda il Patto sulla migrazione, stiamo facendo il possibile perché i negoziati vadano avanti: al momento c'è un dialogo costruttivo, il nostro obiettivo è prendere decisioni al Consiglio Europeo di giugno, è ambizioso ma siamo ambiziosi", ha aggiunto.
Da parte sua Gérald Darmanin, ministro dell'Interno francese, ha sottolineato che "La Francia crede che si debba rivedere il funzionamento delle regole di Dublino, lo dobbiamo semplificare enormemente. Le regole infatti sono molto complesse. In occasione della crisi Ocean Vicking mi sono confrontato con il mio collega italiano perché l'Italia riprendeva 1 persona su 10 ed è chiaro che su questo punto si deve migliorare, ad esempio attraverso gli accordi bilaterali tra Paesi, che funzionano, e penso ad esempio a quello tra Francia e Germania. Mi vedrò la prossima settimana con il mio omologo italiano per continuare questa discussione".
"Non sono l'unica a dire che è necessario dialogare con l'Italia e chiederle di onorare il patto di Dublino", ha dichiarato Elisabeth Baume-Schneider, Consigliera federale presso il Dipartimento di Giustizia e Polizia della Svizzera. "Bisogna prendere in considerazione le questioni globali della migrazione, anche sull'aspetto della solidarietà, ma diversi Paesi europei credono che ognuno abbia un ruolo da giocare e che l'Italia debba giocare il suo".