(di Claudio Salvalaggio) (ANSA) - WASHINGTON, 16 MAR - La Polonia rompe gli indugi degli alleati e diventa il primo Paese della Nato a fornire jet militari all'Ucraina, mentre Usa e Russia continuano a litigare per l'incidente del drone Usa nel Mar Nero e Kiev tiene colloqui per la pace sia con Washington che con Pechino.
Si tratta solo di 4 vecchi Mig-29 di progettazione sovietica ma è una mossa altamente simbolica, che arriva all'indomani dell'annuncio alla riunione del gruppo di contatto sull'Ucraina dell'impegno di nove Paesi a trasferire oltre 150 carri armati Leopard a Kiev. "Non c'è più tempo da perdere. Stiamo mettendo insieme le armi e i mezzi militari che consentiranno agli ucraini di riconquistare il territorio perduto", ha promesso mercoledì il capo del Pentagono Lloyd Austin, lasciando intendere un'imminente controffensiva che potrebbe dare la spallata decisiva ad una Russia "sempre più isolata, con le scorte di munizioni in esaurimento" e "con truppe deluse dalla leadership militare". Un'operazione che potrebbe scattare tra fine aprile e maggio, il tempo di far arrivare in Ucraina centinaia di carri armati e veicoli blindati, compresi otto mezzi in grado di gettare i ponti per conquistare il fiume Dnipro, dove si è attestata la linea di trincea nel Sud Est del Paese.
L'annuncio dei Mig è stato dato dal presidente polacco Andrzej Duda in una conferenza stampa a Varsavia col presidente ceco Petr Pavel. "Abbiamo una dozzina di Mig ricevuti negli anni '90 dalla Repubblica Democratica Tedesca, sono alla fine della loro vita operativa ma ancora funzionanti", ha spiegato, promettendo la consegna di quattro jet nei prossimi giorni.
Varsavia li sostituirà con gli F-35 Usa e con gli Fa-50 sudcoreani. "Una decisione sovrana che rispettiamo", ha commentato il portavoce del consiglio nazionale americano John Kirby, ma che "non cambierà la posizione degli Usa sulla fornitura di F-16 a Kiev: la questione per ora non è sul tavolo".
Kirby ha quindi affrontato il dossier dell'incidente tra un jet russo e un drone spia americano sul Mar Nero, dopo la declassificazione e la diffusione del video Usa con le immagini della collisione, negata da Mosca. "Il video dimostra al mondo la nostra versione con prove chiare e convincenti" e "rivela le menzogne della Russia", ha osservato, ribadendo che gli Usa continueranno le loro operazioni di sorveglianza nello spazio aereo e nelle acque internazionali per la sicurezza del Mar Nero e dell'Ucraina. Ma la Casa Bianca ritiene che l'escalation con la Russia "non sia inevitabile", sottolineando che i canali di comunicazione con Mosca "rimangono aperti" e che gli Stati Uniti "non cercano" un conflitto con il Cremlino. I russi intanto hanno rafforzato la loro presenza navale nel Mar Nero e hanno raggiunto il luogo in cui è caduto il drone, benché non sia chiaro se saranno in grado di recuperarlo a oltre 1.000 metri di profondità. In ogni caso gli americani hanno fatto sapere di aver rimosso ogni informazione di intelligence di valore.
Prosegue intanto l'azione diplomatica, con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba che ha sentito i suoi colleghi americano e cinese per discutere del 'piano di pace' di Zelensky. Ma mentre il ministro degli Esteri di Pechino Qin Gang invitava Russia e Ucraina a far ripartire i colloqui "il prima possibile" tornando "ad un percorso di accordo politico", Politico ha rivelato che tra giugno e dicembre 2022 compagnie cinesi, inclusa una collegata al governo comunista, ha inviato direttamente a Mosca 1.000 fucili d'assalto, nonchè altro equipaggiamento utilizzabile anche per scopi militari, come parti di droni e giubbotti anti proiettili, via Turchia ed Emirati Arabi.
La Cnn invece ha riferito che gli ucraini hanno abbattuto un Mugin-5, un drone civile cinese riconvertito e armato, acquistabile per 15 mila dollari anche sul sito di Alibaba. Su questo fronte un aiuto a Kiev potrebbe arrivare da Israele che, secondo Axios, ha recentemente approvato le licenze di esportazione per la possibile vendita di sistemi anti-drone che potrebbero aiutare l'Ucraina a contrastare questi letali mezzi bellici, forniti in particolare dall'Iran.