Le armi perforanti contenenti uranio impoverito - bombe o granate per tank che siano - restano in dotazione a diversi Paesi del mondo, malgrado le polemiche sulla legalità del loro utilizzo in scenari di guerra passati: come ad esempio in ex Jugoslavia o in Iraq da parte delle forze Usa e alleate. Il Regno Unito, stando ad un recente rapporto pubblicato sul sito di un'organizzazione non governativa che si batte per il loro divieto definitivo (l'International Coalition to Ban Uranium Weapons, o Icbuw), ne ha almeno di due tipi nei propri arsenali attuali; e ha ripetutamente rivendicato per bocca dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni il diritto a possederli e a farvi ricorso: evidenziandone l'efficacia e insistendo a minimizzarne l'impatto radioattivo come asseritamente trascurabile.
I proiettili in questione sono denominati Charm 1 e Charm 3 e possono essere usati come munizioni per i cannoni da 120 millimetri montati su alcuni carri armati dell'esercito di Sua Maestà. I Charm 1 risultano essere stati sviluppati a inizio anni '90, mentre i Charm 3 sono in servizio dal 1999. Entrambi sono a disposizione dei Challenger 2, tank pesanti da combattimento di standard Nato che il governo di Rishi Sunak è stato il primo - in campo occidentale - a promettere all'Ucraina fra i più recenti aiuti bellici da mettere in campo contro la Russia: e di cui per ora è stato predisposto l'invio d'uno squadrone di 14 esemplari.
Secondo le informazioni non ufficiali raccolte dall'Icbuw, Londra ha avviato nei mesi scorsi un programma di modernizzazione dei Challenger 2 e dei loro armamenti, destinato a dar vita a un nuovo modello, Challenger 3, che non dovrebbe essere dotato di vecchi proiettili Charm. Ma questo modello non è previsto sia operativo prima del 2030: con il prevedibile mantenimento almeno fino ad allora delle scorte di Charm 1 e Charm 3.