Nel giorni scorsi la Knesset ha trasformato in legge uno dei primi tasselli della contestata riforma giudiziaria avanzata dal governo. Il provvedimento - approvato con 61 voti a favore e 47 contrari in una maratona notturna - impedisce alla Corte Suprema di dichiarare, per vari motivi, "inadatto" alla sua carica un primo ministro in costanza di mandato.
Un legge considerata dai media "ad hoc" per Benyamin Netanyahu visto che il premier poteva essere considerato in conflitto di interessi proprio con la riforma giudiziaria a causa del suo processo per corruzione in corso a Gerusalemme.
Già l'Avvocato generale dello stato Gali Baharav-Miara aveva sollevato questo problema. Con la nuova legge, un premier può essere rimosso dalla sua posizione solo per impedimento fisico o mentale. E questo deve essere approvato almeno dal 75% dei ministri dell'esecutivo e se il premier si rifiuta almeno dal 75% della Knesset.