E' un canto che risuona da due mesi, da quando è cominciata nelle piazze di Francia la protesta contro la riforma delle pensioni di Macron: "On est là....on est là, même si Macron ne le veut pas, nous on est là! Pour l'honneur des travailleurs et pour un monde meilleur, même si Macron ne le veut pas, nous on est là!" (siamo qui, siamo qui, anche se Macron non vuole siamo qui. Per l'onore dei lavoratori e per un mondo migliore).
L'INNO "ON EST LA'" CANTATO DAI MANIFESTANTI
#onestla#onnelacherien#manif17Mars #Laval#Lamayenne pic.twitter.com/x2HrpVDqwH
— profsdu53encolere #ResistSR (@profsdu53encol1) March 17, 2023
Il canto risuona ovunque, e anche chi torna dalla "manif" continua a fischiettarlo o a cantarlo. Per questo, "On est là" ha già spinto molti a rintracciare le radici di questo canto, che ha preso il posto nei cortei della Marsigliese, dell'Internazionale e di Bella Ciao.
Per la prima volta, il canto è risuonato 10 anni fa nella bollente curva dello stadio del Lens, il mitico "Bollaert", dove i tifosi dei colori "sangue e oro", irritati contro i loro beniamini per i risultati spesso deludenti, cantavano "on est là, on est là, anche se voi non lo meritate siamo qui, per l'amore della maglia che portate siamo qui". Su note non perfettamente ricalcate ma certamente ispirate dal celebre hit del Festival di Sanremo 1971, "Che sarà".
Il canto avrebbe esordito - come inno di protesta - durante le manifestazioni degli "cheminots", i ferrovieri, a Lione nel 2018. Tale Clément Dagorne, un ferroviere, avrebbe ripreso da un amico tifoso del Lens l'inno della curva, cantandolo con le parole "per l'onore dei ferrovieri e il futuro dei nostri piccoli, siamo qui...".
Da allora, il vecchio coro dei tifosi del Lens si è fatto strada fino in Assemblée Nationale, dove l'hanno cantato a squarciagola i deputati della Nupes, l'alleanza della gauche, per contestare il ricorso alla fiducia da parte del governo per far passare la legge di riforma delle pensioni.