Nuova manifestazione nazionale a Tel Aviv contro la riforma giudiziaria del governo di Benyamin Netanyahu. Per il 12esimo sabato consecutivo la folla - la settimana scorsa ci sono state circa 150 mila persone - è partita dalla centrale piazza Habima per raggiungere viale Kaplan, lungo il compound del ministero della Difesa. Ma prima di questo per tutto il giorno si sono susseguite proteste in molti parti del Paese. Circa 1.000 manifestanti hanno inscenato oggi un sit-in sotto la casa del ministro della Difesa Yoav Gallant che, secondo i media, avrebbe una posizione diversa da quella di Netanyahu nei confronti della riforma giudiziaria. Il contestato provvedimento questa settimana entra in una fase decisiva alla Knesset: il governo infatti intende approvarlo entro il 2 aprile, prima della pausa per la Pasqua ebraica. E per tutta la settimana sono previste manifestazioni.
La legge di riforma giudiziaria ''va fermata, subito''. Lo ha detto in un discorso alla Nazione il ministro della Difesa Yoav Gallant, uno dei piu' stretti alleati del premier Benyamin Netanyahu. ''Occorre ritrovare l'unita' nazionale. Gia' adesso - ha continuato Gallant - esiste un pericolo chiaro, immediato e concreto alla nostra sicurezza nazionale''. Gallant, che e' si e' detto disposto a pagare ''un prezzo personale'' per le sue idee ha chiesto che il blocco della legge sia accompagnato da un blocco delle manifestazioni e dall'inizio di ''un dialogo di riconciliazione fra le parti''.
Anche il ministro dell'agricoltura Avi Dichter - dopo il responsabile della difesa Yoav Gallant - ha chiesto al premier Benyamin Netanyahu di fermare subito la legge di riforma giudiziaria ''per lo meno fino al 26 aprile, giorno dell'Indipendenza''. Dichter - ex capo dello Shin Bet ed uno dei maggiori dirigenti del Likud - ha detto: ''Non c'e' altra uscita''. Anche un altro autorevole esponente del partito di Netanyahu - l'ex presidente della Knesset Yuli Edelstein - ha rinnovato la richiesta di fermo immediato dell'iter della legge.