Primi scontri nel corteo parigino per la decima giornata di mobilitazione contro la riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron. A fuoco alcuni cassonetti dell'immondizia nella zona di boulevard Voltaire, e la polizia ha effettuato alcune cariche. Sono stati finora 22 i fermi e 10.000 le persone perquisite dalle forze dell'ordine. Il corteo parigino, partito alle ore 14.00 da Place de la République in direzione Place de la Nation si
era svolto in modo assolutamente pacifico. Le prime violenze sono scoppiate a metà pomeriggio, a margine della manifestazione, in un clima molto teso tra forze dell'ordine e frange radicali entrate in azione nella capitale.
Oltre a Parigi, scontri tra manifestanti e agenti vengono segnalati a Nantes, dove un'agenzia bancaria è stata incendiata ed è stato preso di mira il tribunale amministrativo, ma anche a Rennes, con diversi danneggiamenti.
Secondo una prima stima della Prefettura di polizia di Parigi, sono 93.00 le persone scese in piazza a Parigi per manifestare contro la riforma delle pensioni. Il dato è inferiore rispetto ai 119.000 manifestanti conteggiati sempre dalla polizia nella manifestazione di giovedì scorso nella capitale francese. In tutta la Francia -secondo il ministero dell'Interno, citato da Bfmtv, che parla di dati in calo- sono stati 740.000. Nella precedente protesta nazionale di giovedì scorso, i manifestanti erano stati oltre un milione in tutto il Paese. Secondo il sindacato Cgt, invece, i manifestanti a Parigi sono stati 450.000
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La protesta, arrivata oggi alla 10/a giornata di mobilitazione nazionale, continua a bloccare i luoghi simbolo di Parigi. La Tour Eiffel è stata chiusa per sciopero in concomitanza con l'inizio delle manifestazioni odierne, mentre ieri era stato chiuso il museo del Louvre. Un migliaio di manifestanti hanno invaso i binari della Gare de Lyon, tra le principali stazioni di Parigi, da cui partono e arrivano anche i collegamenti ferroviari con l'Italia. Il blitz ha causato ritardi alla circolazione dei treni. Durante la protesta, i manifestanti hanno camminato sui binari per circa due chilometri, con striscioni anti-riforma e fumogeni.
Il governo, però, non demorde. "Non metteremo la riforma in pausa": fonti vicine alla premier Elisabeth Borne, citate da BFM-TV rispondono così alla richiesta di Laurent Berger, leader del primo sindacato di Francia (Cfdt), di almeno sospendere la contestata riforma previdenziale, che prevede l'innalzamento progressivo dell'età pensionistica da 62 a 64 anni. Berger, aveva invocato la possibilità di "una mediazione" per trovare "una via d'uscita" alla situazione, che blocca il paese ormai dal 19 gennaio.
Al riguardo, il portavoce del governo francese, Olivier Véran, ha detto: "Cogliamo la proposta di Laurent Berger di parlarsi, ma direttamente. Non c'è alcun bisogno di una mediazione". "Non c'è mediatore nella Repubblica quando possiamo parlarci direttamente", ha insistito
Véran, sottolineando che "rispettiamo gli scioperi e le manifestazioni, ma saremo particolarmente vigili affinché non diano luogo a nuove derive"
violente, ha avvertito, aggiungendo che le proteste di sabato scorso a Sainte-Soline contro il progetto di costruzione di un mega-bacino idrico, con durissimi scontri tra manifestanti e forze dell'ordine, "lo ha dimostrato: i violenti non hanno bisogno della riforma delle pensioni per essere violenti" e "il progetto all'opera è quello che mina le nostre istituzioni: l'indebolimento della Repubblica".
Temendo nuovi scontri e violenze, infatti, il governo ha schierato oggi 13.000 agenti in tutto il Paese, di cui 5.500 soltanto a Parigi. La manifestazione nella capitale partirà alle ore 14 da Place de la République verso Place de la Nation. "Siamo e resteremo un baluardo
contro la violenza illegittima e pericolosa", ha assicurato Véran.
Da parte sua, il presidente della Conferenza episcopale di Francia, Eric de Moulins-Beaufort, si è detto anche lui preoccupato per le "violenze" a margine delle proteste contro la riforma delle pensioni, che a suo avviso sono "un sintomo allarmante dello stato del tessuto sociale" del Paese.
"Le violenze osservate a margine di alcune manifestazioni in questi ultimi giorni, le violenze perpetrate da certi gruppi che usano la violenza come arma politica, i drammi talvolta causati da reazioni non sempre controllate di chi serve l'ordine pubblico turbano i nostri concittadini: sono un sintomo allarmante dello stato del tessuto sociale" francese, ha avvertito l'alto prelato, aprendo la sessione plenaria della conferenza dei vescovi francesi a Lourdes.
Ma intanto, il sindacato Cgt ha annunciato la sospensione dello sciopero dei netturbini a partire da domani. A Parigi, in queste ultime settimane, tonnellate di rifiuti sono rimasti a terra nel quadro delle proteste contro la riforma delle pensioni, trasformando la capitale francese in una sorta di immensa discarica a cielo aperto.
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Molti ferrovieri in sciopero hanno anche reso omaggio ad un loro collega iscritto al sindacato Sud-Rail, che nella manifestazione parigina del 23 marzo scorso ha perso un occhio durante le proteste. Mentre continuano i disagi nei trasporti. Oggi, la compagnia ferroviaria Sncf prevede appena tre Tgv (treni ad alta velocità) su cinque in circolazione nonché la metà dei treni regionali, con particolari difficoltà nella regione Ile-de-France, la regione di Parigi che concentra circa il 20% della popolazione d'Oltralpe. Sncf Voyageurs raccomanda ai viaggiatori che possono di annullare il viaggio.
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Pesanti disagi anche nei treni suburbani di Parigi, con il 40% dei treni Rer (Réseau Express Rapide) soppressi sulle linee A e B (quest'ultima collega gli aeroporti parigini di Roissy Charles-de-Gaulle e Orly al centro della capitale). Per quanto riguarda la metropolitana, traffico normale sulle linee automatiche senza pilota della Ratp 1 e 14 ma anche sulla 3bis, la 7bis e la 9. Sulle altre linee, la frequenza dei treni è inferiore o molto inferiore al solito.
Forti i timori per l'ordine pubblico. L'agitazione sociale, che dura da due mesi e mezzo, fa registrare un'impennata di tensione anche per i gravi incidenti avvenuti sabato scorso nell'ovest della Francia, per le proteste contro la costruzione di un maxibacino idrico a scopo agricolo. Ad ecologisti e militanti si sono uniti elementi radicalizzati e la giornata è finita in una battaglia con decine di feriti. Due manifestanti sono ancora ricoverati in gravi condizioni ed è stata aperta un'inchiesta sull'accaduto.