Almeno 39 persone sono morte ieri sera nell'incendio di un centro dell'Istituto nazionale per la migrazione (Inm) a Ciudad Juárez, nello Stato settentrionale messicano di Chihuahua. L'incidente, di cui non sono ancora stabilite le cause, è avvenuto dopo le 22 locali presso le strutture federali situate accanto al ponte internazionale di Laredo, sul confine con gli Stati Uniti.
Secondo autorità locali, citate dai media, l'incendio si è sviluppato dopo che un gruppo di circa 71 migranti. che erano stati fermati nella strade della città sono stati portati nel centro.
Il presidente del Messico, Andres Manuel Lopez Obrador, ha detto da parte sua che l'incendio è stato appiccato dai migranti che protestavano contro la loro imminente deportazione. "Presumiamo che abbiano saputo che sarebbero stati espulsi e che, per protesta, hanno messo dei materassi alla porta del centro di accoglienza e gli hanno dato fuoco, senza immaginare che questo avrebbe causato questa terribile disgrazia", ha indicato il presidente durante la sua quotidiana conferenza stampa.
L'Istituto guatemalteco delle migrazioni, da parte sua, ha informato che almeno 28 dei 39 migranti morti nell'incendio erano cittadini del Guatemala. In un comunicato l'Istituto ha indicato che "finora è stato confermato che 28 delle vittime provengono dal Guatemala" per cui si attendono "informazioni dalle autorità messicane per poter fornire sostegno e accompagnamento alle famiglie". Per l'occasione l'Inm ha ricordato che "la migrazione irregolare implica una serie di rischi che ancora una volta
appaiono evidenti", rivolgendo un appello ai guatemaltechi "ad analizzare e prendere le giuste decisioni prima di intraprendere un viaggio che spesso non ha ritorno o destino finale".
Oltre ai 39 morti, l'incendio ha causato anche un bilancio di 29 ustionati, feriti o affetti da gravi problemi respiratori. In un comunicato l'Inm ha reso anche noto di aver sporto denuncia alle autorità per indagare sull'accaduto nel centro, dove soggiornavano 68 uomini maggiorenni, originari del Centro e Sud America, e procedere di conseguenza. I feriti, si precisa, "sono stati trasferiti in condizioni per alcuni delicate, e per altri gravi, in quattro diversi ospedali locali per cure immediate". Inoltre, alla luce dei fatti, l'Inm "ha stabilito una comunicazione e un coordinamento con le autorità consolari di diversi Paesi per attuare azioni che consentano la piena identificazione dei migranti deceduti".
L'organismo esprime quindi "la propria disponibilità a collaborare alle indagini", respingendo "con forza gli atti che hanno portato a questa tragedia".