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Harry sarà all'incoronazione di re Carlo, ma senza Meghan

La duchessa di Sussex resterà in California con i figli. Evitato lo strappo definitivo ma non c'è pace in casa Windsor

Un gesto di rispetto verso l'istituzione monarchica per evitare lo scandalo definitivo, non un segnale di pace in casa Windsor. Il principe Harry, secondogenito di re Carlo III, ha sciolto a tempo scaduto la riserva sull'invito all'incoronazione solenne di suo padre e della regina consorte Camilla, in calendario nell'abbazia di Westminster, a Londra, il 6 maggio, e ha fatto sapere che ci sarà. Ma ci sarà senza la moglie Meghan, intenzionata all'apparenza a snobbare il momento più atteso della vita di suo suocero, evento simbolo nella storia del Regno, oltre che senza i loro due figli: i nipoti più piccoli di Sua Maestà.

La risposta dei duchi di Sussex, che la corte aveva chiesto di avere entro il 3 aprile, come per tutti gli invitati d'onore, è arrivata infine oggi, certificata da una nota diffusa dalla corte. Stando alla versione ufficiale, Meghan resterà negli Usa - dove i due principi ribelli vivono fin dal 2020, dopo il traumatico strappo dalla Royal Family britannica - per accudire i principini Archie, che proprio il 6 maggio compie 4 anni, e Lilibet Diana detta Lili, che non ne ha ancora 2.

"Buckingham Palace - si legge nello stringato annuncio - è lieta di confermare che il Duca di Sussex presenzierà al rito dell'incoronazione, il 6 maggio nell'Abbazia di Westminster. La Duchessa di Sussex resterà in California con il Principe Archie e la Principessa Lilibet". Poche righe da cui si possono ricavare tuttavia le indicazioni che contano. Cioè che Harry farà il suo dovere di figlio cadetto, in ossequio alla corona, al ruolo del padre e al cerimoniale di famiglia; ma a titolo personale e con ogni verosimiglianza attraverso una toccata e fuga: fermandosi giusto per il tempo del servizio liturgico, a giudicare dalla lettera del comunicato, senza altri impegni di coinvolgimento nelle manifestazioni di contorno di una festa spalmata - programmi alla mano - lungo tre giorni di concerti, banchetti, parate e apparizioni reali dal balcone del palazzo. Il minimo sindacale, insomma, salvo sorprese.

Le reazioni a caldo della stampa popolare e di establishment dell'isola sono intanto già di fastidio, se non di oltraggio. Con la sensazione comune a molti di un'offesa deliberata alla famiglia reale dietro la sceneggiatura del forfait dell'ex attrice americana divenuta duchessa. E di un dissidio tutt'altro che ricucito dopo le polemiche e le recriminazioni seguite alla cosiddetta Megxit di tre anni e mezzo fa; le code al veleno delle interviste in tv e dei dispetti incrociati; le prese di distanza e le accuse più o meno esplicite rilanciate ancora di fresco dai Sussex sia nelle puntate d'un documentario autoprodotto per Netflix, sia fra le pagine di Spare (La Riserva), autobiografia di Harry non priva di recriminazioni indirizzate tanto verso i tabloid del Regno quanto verso il resto dei Windsor: dall'ormai gelido fratello maggiore ed attuale erede al trono William a sua moglie Kate, dallo stesso Carlo a Camilla.

Di conciliante nella nota resta così solo il riconoscimento a chiare lettere dei titoli di principe e principessa ai figlioletti dei duchi, rispettivamente sesto e settima nell'attuale linea di successione. Riconoscimento acquisito di diritto da Archie e Lili dopo la morte l'8 settembre 2022 della 96enne regina Elisabetta II, loro bisnonna, e l'ascesa al trono di Carlo per il semplice fatto d'essere diventati da quel momento nipoti diretti di un sovrano regnante; ma messo comunque ora nero su bianco per la prima volta in un documento pubblico del palazzo.

Il tutto mentre la conferma tardiva delle intenzioni dei Sussex minaccia di aggravare i nodi organizzativi irrisolti della cerimonia, a sole tre settimane dal giorno X. Nodi al limite del "caos", a dar credito all'ultimo titolo a sensazione del Mirror, che cita le solite fonti anonime di corte per descrivere una situazione in alto mare sull'assegnazione dei posti agli ospiti più illustri di Westminster, in una platea che vedrà allinearsi reali di mezzo mondo, leader politici di vari Paesi e first ladies come Jill Biden (chiamata a sostituire il marito Joe in rappresentanza degli Usa). Ma pure sul percorso del corteo reale, che potrebbe essere ridimensionato per motivi di costo in una stagione di crisi sfociata di recente in qualche protesta anti-monarchica. E persino sull'outfit delle gran dame invitate al rito, alle quali non è ancora chiaro se dovranno indossare i rispettivi diademi all'ingresso dell'abbazia o solo dopo che Camilla sarà incoronata 'Queen' al fianco di 'King Charles'.

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