Duro attacco della Cina contro il G7 e una minaccia duretta agli Usa: "Con la vendita delle armi Usa a Taiwan si gioca col fuoco". La riunione dei ministri degli Esteri del G7 in Giappone "ha ignorato la posizione solenne e i fatti oggettivi della Cina, interferendo grossolanamente negli affari interni della Cina e ha calunniato e screditato maliziosamente la Cina", secondo il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin che definisce la dichiarazione congiunta finale, "piena di arroganza, pregiudizi e intenzioni sinistre anti-Cina e di contenimento della Cina". Pechino, ha aggiunto Wang nel briefing quotidiano, "esprime la sua forte insoddisfazione e ferma opposizione a questo, presentando dure rimostranze al Giappone che ha ospitato l'incontro".
Pechino si scagli aanche contro gli Usa. La Cina "è fortemente insoddisfatta e si oppone con decisione" alla vendita degli Usa a Taiwan di 400 missili anti-nave Harpoon per scoraggiare un'invasione delle truppe di Pechino. "I fatti hanno dimostrato che l'attuale situazione nello Stretto di Taiwan sta affrontando un nuovo round di tensione e la causa principale è che le autorità di Taiwan hanno ripetutamente cercato di fare affidamento sugli Usa per l'indipendenza", mentre alcune persone negli Usa intendono "usare Taiwan per contenere la Cina", ha detto Wang, ricordando che "è molto pericoloso giocare con il fuoco"
I ministri degli esteri del G7 al termine della riunione hanno messo nero su bianco che i paesi che forniscono assistenza alla Russia per la guerra in Ucraina pagheranno "un prezzo pesante". Gli alti diplomatici, riuniti in Giappone, nel comunicato finale hanno anche annunciato di voler rafforzare l'applicazione delle sanzioni già prese nei confronti della Russia e considerano "inaccettabile" l'annuncio da parte di Mosca dell'intenzione di inviare armi nucleari alla Bielorussia.
Inoltre i ministri degli Esteri hanno esortato la Corea del Nord ad “astenersi” da qualsiasi ulteriore test nucleare o lancio di missili balistici altrimenti dovrà affrontare una risposta “robusta”. E su Taiwan i diplomatici del G7 insistono sul fatto che "non vi è alcun cambiamento nelle posizioni di base, comprese le politiche dichiarate della 'Unica Cina'", ma si oppongono "alle attività di militarizzazione" di Pechino nel mar Cinese meridionale.
Dal G7 è anche arrivata la richiesta della fine "immediata" dei combattimenti in Sudan, dove gli scontri tra l'esercito regolare e le forze paramilitari hanno ucciso quasi 200 persone da sabato scorso. "Esortiamo tutte le parti a porre immediatamente fine alla violenza, ad allentare le tensioni e a ripristinare il governo civile in Sudan", hanno affermato i capi della diplomazia dei principali paesi industrializzati al termine di due giorni di colloqui in Giappone.