Le forze armate in Sudan hanno accettato una tregua di 3 giorni a partire da stasera per permettere ai cittadini di celebrare l'Eid El Fitr, che segna la fine del Ramadan, e facilitare i servizi umanitari. L'annuncio arriva dopo ore che i paramilitari avevano avanzato la proposta di un cessate il fuoco per 72 ore. L'annuncio delle forze armate arriva sulla sua pagina Facebook. "I militari si aspettano che i ribelli rispettino tutti i requisiti della tregua e che interrompano qualsiasi movimento militare che la comprometta", si legge su Fb.
L'Unione europea intanto pianifica l'evacuazione dei suoi cittadini dalla capitale sudanese Khartoum appena la situazione della sicurezza lo consentirà. "Stiamo provando a coordinare un'operazione per evacuare i nostri civili dalla città, la cui situazione è ora ad alto rischio. Stiamo lavorando a differenti opzioni per evacuare le persone", ha detto un funzionario dell'Ue. "Al momento, la valutazione di coloro che operano sul campo, tra cui l'ambasciata Ue, è che non ci sono le condizioni di sicurezza per procedere con un'operazione di questo tipo", ha aggiunto, mentre non si fermano i combattimenti tra l'esercito e i paramilitari. "Ci stiamo preparando ad evacuare l'ambasciata in Sudan se necessario, ma non siamo ancora arrivati a quel punto". Lo ha detto il portavoce della sicurezza nazionale americana, John Kirby, in un briefing con un ristretto gruppo di giornalisti.
Sudan, colonne di fumo vicino all'aeroporto di Khartoum
Un cittadino americano è rimasto ucciso negli scontri in Sudan. Lo ha annunciato il dipartimento di Stato Usa precisando di essere in contatto con la famiglia. Al momento non si hanno altre informazioni se non che l'uomo non lavorava per l'ambasciata degli Stati Uniti a Khartum. "Continuiamo a rimanere in stretto contatto con la nostra sede diplomatica e il nostro personale".
E' rimasto ucciso in Sudan un operatore umanitario dell'Oim, l'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni. Lo riferisce da Ginevra la stessa agenzia dell'Onu in un comunicato, in cui si specifica che "il veicolo su cui viaggiava con la sua famiglia è stato colpito in uno scambio di colpi di arma da fuoco fra le due parti belligeranti".
Sono 413 le persone morte e 3.551 quelle rimaste ferite negli scontri tra l'esercito e i paramilitari delle Forze di supporto rapido in Sudan. Lo rende noto l'Organizzazione mondiale della Sanità.
L'Unicef ha aggiunto che tra le vittime si contano almeno nove bambini uccisi e più di 50 feriti.