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Ucraina, Mosca cerca volontari per il fronte: "Appello agli uomini veri"

Kiev tenta l'avanzata e raggiunge la riva est del Dnipro

Il governo russo fa un appello ai "veri uomini" per trovare forze fresche da inviare in Ucraina. La nuova campagna di reclutamento del ministero della Difesa di Mosca è stata lanciata in grande stile, sui social media, in televisione e attraverso cartelloni pubblicitari, facendo leva anche sui vantaggi economici della chiamata alle armi. L'obiettivo, secondo l'intelligence britannica, è di reclutare 400mila volontari. "E' davvero qui che risiede la tua forza?", si legge nel video della campagna, mentre scorrono le immagini di un personal trainer che insegna a sollevare pesi in palestra. Un cittadino comune, così come l'impiegato di un supermercato e un tassista: tutti e tre ritratti in seguito in mimetica (con il misterioso simbolo Z utilizzato dalle truppe in Ucraina) e ben armati. Finora Mosca ha imposto soltanto una volta la coscrizione obbligatoria, lo scorso settembre, richiamando 300mila riservisti. Ed anche se di recente è stato introdotto il reclutamento on-line, per evitare diserzioni, è probabile che le autorità vogliano ritardare il più possibile una nuova mobilitazione, per evitare la crescita del dissenso interno nei confronti di una guerra che sembra interminabile. Proprio per questo, tuttavia, Londra ritiene "altamente improbabile" la stima dei 400mila volontari. La campagna lanciata dal ministero della Difesa russo sarebbe anche un ulteriore segnale della competizione con Yevgeny Prighozin e il suo esercito privato, impegnato in Donbass. Il fondatore della Wagner, dopo aver perso l'accesso alle carceri per arruolare detenuti nelle sue milizie, ha lanciato una campagna social offrendo 240mila rubli (2.600 euro) al mese più bonus a personale anche senza esperienza militare, tra i 22 e i 50 anni. Mentre sulla facciata di un edifico di uffici vicino ad un'autostrada a nord di Mosca è stata vista una gigantesca pubblicità con un uomo mascherato, il logo del gruppo e slogan come 'Unisciti alla squadra vincente!'. Lo stesso Prigozhin nei giorni scorsi ha riferito che stava reclutando dalle 500 alle 800 persone al giorno.

Dopo tanti annunci e speculazioni, arrivano i primi segnali della controffensiva ucraina per liberare i territori occupati dai russi. A sostenerlo è il think tank americano Institute for the Study of War (Isw), che nel suo ultimo aggiornamento ha annunciato che le forze di Kiev hanno raggiunto la riva sinistra della regione di Kherson, un primo passo verso il tentativo di rimuovere gli invasori dalle loro posizioni. Se da una parte la portavoce militare ucraina per la regione meridionale, Natalia Humenyuk, ha rifiutato di commentare le notizie sottolineando che "è in corso un'operazione militare che richiede il silenzio informativo", dall'altra il capo filorusso del Kherson, Vladimir Saldo, ha negato la presenza degli ucraini sulla riva orientale. Secondo il funzionario, i russi hanno il pieno controllo dell'area e ha ironizzato: le unità ucraine "saranno riuscite a farsi un selfie" prima di essere state "distrutte" o "gettate in acqua" dalle forze di Mosca. Ironie a parte, gli analisti dell'istituto Usa hanno affermato che i blogger militari russi hanno fornito ampie riprese video georeferenziate e messaggi di testo che confermano che le forze ucraine hanno preso posizione sulla costa orientale dell'oblast. "I filmati mostrano che le forze ucraine hanno preso posizione sulle rive del fiume a nord di Oleshki (7 chilometri a sud-ovest di Kherson) e sono avanzate fino al confine settentrionale dell'insediamento sull'autostrada E97, così come ad ovest di Dachi (10 chilometri a sud di Kherson). Il filmato indica anche che le forze russe potrebbero non controllare le isole nei fiumi Kinka e Chaika, a meno di mezzo chilometro a nord delle posizioni ucraine geolocalizzate vicino al ponte Antonivsky", afferma il report. Secondo i blogger, le truppe di Zelensky hanno mantenuto posizioni sulla costa orientale per diverse settimane, stabilito linee di rifornimento stabili ed effettuato regolarmente sortite, indicando una mancanza di controllo russo sull'area. Infine, la mappa di un altro blogger russo mostra che le forze russe non controllano alcune isole nel delta del Dnepr a sud-ovest della città di Kherson, suggerendo una possibile avanzata ucraina verso queste isole. "Questa è la prima volta che Isw ha osservato immagini geolocalizzate affidabili delle posizioni ucraine sulla sponda orientale", scrive ancora il think tank, dando ulteriore credito a quelli che sono stati interpretati come i primi timidi passi della controffensiva. Intanto in tutto il fronte continuano i combattimenti: le forze russe hanno bombardato "massicciamente" il villaggio di Kizomys, nella regione di Kherson, ferendo due donne, e droni di Mosca sono stati lanciati contro Nikopol, mentre un missile S-300 ha colpito Sloviansk. Intanto, le squadre di ricerca ucraine proseguono nel loro compito straziante di ispezionare i campi di battaglia, alla ricerca di soldati caduti. In oltre un anno di guerra, hanno recuperato poco meno di 500 corpi di soldati ucraini, ha riferito il colonnello Volodymyr Liamzin. Le squadre hanno trovato anche 500 corpi di soldati russi, per i quali Kiev sta organizzando la restituzione ai rappresentanti della Federazione Russa. Sul fronte diplomatico, gli occhi sono puntati su New York, dove il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov è volato per presiedere il Consiglio di Sicurezza dell'Onu - di cui la Russia ha la presidenza questo mese - e si attende un incontro con il segretario generale Antonio Guterres. Il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba ha ribadito in un'intervista con il giornale tedesco Die Welt che al momento "un compromesso con Mosca avrebbe conseguenze fatali per il futuro ordine mondiale". Intanto, c'è chi pensa che sarà proprio la controffensiva ucraina a portare a una tregua. Secondo l'editorialista del Guardian Simon Tisdall, a lungo editor per gli esteri del quotidiano britannico, la "tanto attesa controffensiva ucraina riuscirà a riconquistare una parte o addirittura gran parte del territorio occupato", ma nonostante ciò le forze russe manterranno parti del Donbass e della Crimea. A quel punto, "i sostenitori occidentali di Kiev inizieranno a spingere per un cessate il fuoco negoziato o una tregua duratura", in attesa di un accordo a lungo termine. "Che ci piaccia o no, questo risultato sembra il più probabile", osserva Tisdall. Solo il tempo saprà dargli torto o ragione.

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