La Cina rispetta "lo stato di sovranità delle ex Repubbliche sovietiche". E' quanto ha detto la portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Mao Ning. La precisazione è maturata dopo la bufera sollevata dall'ambasciatore cinese a Parigi Lu Shaye che ha messo in dubbio venerdì la sovranità dei Paesi ex sovietici, compresa l'Ucraina, in un'intervista alla tv francese Lci.
"La Cina rispetta la sovranità, l'indipendenza e l'integrità territoriale di tutti i Paesi e sostiene gli scopi e i principi della Carta delle Nazioni Unite", ha aggiunto la portavoce, secondo cui "dopo il crollo dell'Unione Sovietica, la Cina è stata uno dei primi Paesi a stabilire relazioni diplomatiche con i Paesi interessati. Dall'istituzione delle relazioni diplomatiche, la Cina ha sempre aderito al principio del rispetto reciproco e dell'uguaglianza per sviluppare relazioni bilaterali amichevoli e di cooperazione".
L'ambasciatore di Pechino in Francia è finito nella bufera dopo aver affermato venerdì in un'intervista che i Paesi nati dalla dissoluzione dell'Urss "non hanno uno status effettivo ai sensi del diritto internazionale perché non esiste un accordo internazionale che confermi il loro status di nazioni sovrane".
"Il consiglio Affari Esteri inizierà a parlare di Cina, per ricalibrare la nostra posizione, probabilmente in vista del Consiglio Europeo di giugno. Come procediamo alla ricalibrazione? Dobbiamo continuare a discutere perché si tratta di una delle più importanti questioni di politica estera". Lo ha detto l'alto rappresentante della politica estera Ue Josep Borrell arrivando al consiglio Affari Esteri, precisando che "ci sarà una forte presa di posizione per chiedere un chiarimento alle parole dell'ambasciatore cinese" in Francia.
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, da parte sua, ha dichiarato che "La Cina è un interlocutore ma deve rispettare la nostra posizione, deve rispettare l'Unione Europea e ogni singolo Stato membro. La Cina in questo momento è un Paese chiave, abbiamo bisogno che spinga la Russia a lasciare l'Ucraina. Ma sono in disaccordo con l'ambasciatore cinese a Parigi".
Da parte sua Jan Lipavskì, ministro degli Esteri della Repubblica Ceca, arrivando anche lui al consiglio Affari Esteri in Lussemburgo, ha detto che l'atteggiamento del diplomatico cinese "è totalmente inaccettabile, denunciamo queste parole, è una dichiarazione sorprendente da parte di ogni Stato che dovrebbero capire come sono condotte le relazioni internazionali, ci aspettiamo che il caso venga chiarito".
Lo stesso Borrell ha definito ieri "inaccettabili" le affermazioni del diplomatico di Pechino, aggiungendo che Bruxelles "può solo supporre che queste dichiarazioni non rappresentino la politica ufficiale della Cina". I governi di Lituania, Lettonia ed Estonia hanno convocato per oggi gli ambasciatori cinesi di stanza nei rispettivi paesi per chiarimenti dopo che le dichiarazioni rilasciate ieri dell'ambasciatore cinese a Parigi.
"Abbiamo chiesto ai nostri partner di sostenerci in tutti i modi possibili, convocando gli ambasciatori di altre capitali, sostenendo" che la posizione dell'ambasciatore cinese "non è accettabile e chiedendo chiarimenti" perché "è un fenomeno nuovo, che non abbiamo visto
prima" ma che "ci ricorda quanto accaduto con l'Ucraina quando la propaganda di Mosca ne ha messo in discussione la sovranità e
l'integrità territoriale", ha spiegato Landsbergis.
"È una narrazione che abbiamo ascoltato dalla Russia e che ora viene utilizzata da un altro Paese suo alleato, se non sul piano militare, almeno su quello politico" ha aggiunto il ministro, tracciando un parallelo tra i messaggi inviati da Mosca e Pechino. "E' molto pericoloso di questi tempi", ha detto. "Non ci fidiamo della Cina come possibile mediatore" per porre fine alla guerra in Ucraina, poiché, ha concluso, "ha scelto una parte e quella parte è la Russia".