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Migranti: 40mila sbarcati nel 2023, Piantedosi vede le Regioni

L'Olanda vieta il rinvio dei richiedenti asilo in Italia

Si avviano a superare quota 40mila i migranti sbarcati in Italia nel 2023, quattro volte più dello stesso periodo del 2022. Il sistema d'accoglienza - 130mila ospiti - è sotto forte pressione ed il Viminale cerca soluzioni per non farsi travolgere dai flussi che sembrano inarrestabili, specie dalla Tunisia. Gli scenari che indicano fino a 3-400mila arrivi a fine anno preoccupano. Domani ci sarà il primo confronto faccia a faccia tra il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi e il commissario all'emergenza Valerio Valenti da una parte, e i governatori delle 5 Regioni che non hanno sottoscritto lo stato di emergenza - Puglia, Campania, Toscana, Emilia Romagna e Valle d'Aosta - dall'altra. Intanto, non si fermano gli arrivi e le vittime: i cadaveri di due donne sono stati recuperati da una motovedetta della Guardia costiera in acque sar italiane. Mentre l'Oim parla di 55 annegati ieri al largo della Libia. L'obitorio di Sfax, in Tunisia, è saturo di corpi dei naufragi degli ultimi giorni: ne contiene oltre 200, quando la sua capacità massima è di 35. Dall'Europa non sembrano al momento arrivare soluzioni. La Francia si prepara a sigillare i confini con l'Italia schierando al confine 150 agenti in più dalla prossima settimana. Lo sblocco auspicato da Roma della tranche di 300 milioni di dollari del prestito del Fondo monetario alla Tunisia non si concretizza. Il pacchetto macrofinanziario di aiuti per la Tunisia, elaborato dalla Commissione Europea in vista del consiglio Affari Esteri di lunedì, potrà essere elargito solo se prima vi sarà un accordo del Paese guidato dal presidente Saied con il Fondo Monetario internazionale, sostiene un'alta fonte diplomatica. "Noi stiamo insistendo perché si dia una prima tranche di finanziamenti per favorire le riforme e a mano a mano, se si realizzano, se ne potranno dare altri. Vediamo se il Fondo monetario e il resto d'Europa saranno con noi", ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani a Stasera Italia su Retequattro. E le partenze dalla Tunisia proseguono a ritmi serrati: la locale guardia costiera ha bloccato in una notte 524 persone a bordo di imbarcazioni in difficoltà al largo delle proprie acque territoriali, ma altrettanti sono approdati a Lampedusa. La diplomazia è al lavoro. Il 20 aprile Piantedosi ha sentito il collega Kamel Fekih. Una visita congiunta con il titolare del Viminale a Tunisi era stata annunciata per fine aprile dalla commissaria europea agli Affari Interni Ylva Johansson ma una data non è ancora stata fissata. E nell'attesa di risultati sul fronte dei Paesi di partenza, c'è da trovare una sistemazione dignitosa per chi arriva. Compito non facile cui sta lavorando il commissario Valenti, che lavora al suo piano da presentare in tempi brevi. La priorità è proprio Lampedusa con l'hotspot di contrada Imbriacola perennemente al collasso: oggi 3.059 ospiti per una capienza di 400. Per i trasferimenti sulla terraferma sono stati coinvolti traghetti di linea, pattugliatori della Guardia di finanza e un aereo militare. Un'organizzazione che sconta l'affanno di dover trovare volta per volta in tempi brevi i mezzi da impiegare. L'obiettivo è quindi quello di mettere in piedi un dispositivo strutturale - con navi, anche militari se servono, in rada, nonché aerei - per svuotare velocemente Lampedusa nei periodi di picco che coincidono anche con la stagione turistica. In serata sono partiti dall'hotspot di Lampedusa i primi 400 migranti. Nell'arco dei prossimi venti giorni saranno attivati 850 nuovi posti di primissima accoglienza per una soluzione strutturale che consenta di ridurre la pressione migratoria sull'isola di Lampedusa e sulla Sicilia orientale Un rafforzamento in linea con il piano del Viminale che punta ad aumentare il numero e la capienza di hotspot, centri di accoglienza e Centri per il rimpatrio. Un compito che, nelle intenzioni del Governo, sarebbe facilitato proprio dalla proclamazione dello stato di emergenza con la nomina di un commissario all'emergenza che può - in deroga alla legge - velocizzare appalti e procedure per reperire strutture e mezzi di trasporto in tempi rapidi. Ma Valenti, al momento, è un commissario a sovranità limitata, visto che ci sono regioni importanti, a guida centrosinistra, che non lo hanno riconosciuto. Si rischia quindi di procedere sui territori con un piano a due velocità. Domani mattina Piantedosi e Valenti, insieme al ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare, Nello Musumeci, proveranno a trovare un punto di accordo in sede di Conferenza delle Regioni, convocata in via straordinaria, ma non sarà facile. "Continuiamo a chiedere al Governo - spiega il presidente dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini - di presentare alle Regioni un piano sbarchi e una gestione strutturata del fenomeno migratorio, ad oggi completamente improvvisati". Intanto è in arrivo a Napoli la Geo Barents con 75 migranti salvati

"Questa sentenza non aiuta". Il ministro dell'Immigrazione olandese Erik van der Burg vede scuro e c'è da capirlo. Il Consiglio di Stato dei Paesi Bassi ha infatti stabilito che i richiedenti asilo non possono essere rimandati in Italia - come il governo olandese vorrebbe invece fare in base alle regole del trattato di Dublino - poiché i loro diritti di base "non sarebbero garantiti" e rischierebbero di "vivere per strada". Un giudizio certo non lusinghiero per Roma ma che, nei fatti, stronca la strategia dell'esecutivo di Mark Rutte di rispondere ai movimenti secondari, ovvero i migranti in arrivo dai Paesi di primo ingresso come l'Italia. Non è la prima volta, va detto, che il Consiglio di Stato si esprime in questo modo: in precedenza il tribunale aveva stabilito che i rifugiati non possono essere rimpatriati in Croazia, Grecia e Malta per ragioni simili. Questa volta il più alto tribunale olandese ha esaminato il caso di due uomini, uno dei quali aveva fatto richiesta di asilo per tre volte in Italia, stabilendo che "al momento i richiedenti asilo in quel Paese rischiano di trovarsi in una situazione in cui non sono soddisfatti i loro bisogni primari più importanti, come l'alloggio, il cibo e l'acqua corrente". Dunque trasferimento respinto. "Ma l'Italia è un Paese importante e molte persone arrivano da lì", si è lamentato van der Burg, citato dalla testata Dutch News. L'Olanda, infatti, nel quadro europeo si batte da tempo per il rispetto del trattato di Dublino come base per "ristabilire la fiducia" tra i Paesi di primo ingresso, che devono registrare gli arrivi, e quelli destinatari dei cosiddetti movimenti secondari, ovvero chi si muove all'interno dell'Ue per raggiungere parenti, amici o anche solo condizioni di vita migliori. Proprio per contrastare il fenomeno la Francia ha deciso, dal canto suo, di schierare al confine con l'Italia, a partire dalla prossima settimana, 150 agenti supplementari. Un modo, per il governo macronista messo all'angolo dall'impennata nei sondaggi del Rassemblement National di Marine Le Pen, di provare la sua determinazione nella lotta ai flussi irregolari, malgrado il clamoroso rinvio - l'ennesimo in pochi mesi - di un ambizioso progetto di legge sull'immigrazione che Emmanuel Macron avrebbe voluto portare a casa entro l'estate ma per il quale mancano i numeri in parlamento. Il dossier migratorio si conferma sempre di più la grande incompiuta dell'Europa, che tra legittimi distinguo e miopi egoismi rischia, anche in questa legislatura, di non portare a termine la tanto decantata riforma "olistica" delle regole sulle gestione delle frontiere comuni, dei rimpatri e delle quote di ricollocamenti. Esempio di giornata. Le destre hanno presentato all'Eurocamera una coalizione per "dichiarare guerra aperta al Patto Ue Migrazione e Asilo", annunciata in una conferenza stampa da un gruppo di eurodeputati di Ecr e Id, del quale tuttavia non fanno parte né Lega né FdI (segnale eloquente). Il gruppo - che includeva delegati del Rassemblement National, di Vox e dell'Afd - ha annunciato la sua battaglia nelle capitali e in Consiglio affinché venga modificato il testo licenziato la settimana scorsa dall'Eurocamera, eliminando in particolare la menzione ai "ricollocamenti obbligatori". Che invece è il cavallo di battaglia dei Paesi del sud, riuniti nel club dei Med5.

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