Il Libano al collasso economico spera che l'atteso ritorno massiccio di libanesi della diaspora nei prossimi mesi estivi contribuisca a dare una boccata d'ossigeno alla disastrata economia del paese mediterraneo, da più di tre anni in default economico.
Il ministro uscente del turismo libanese, Walid Nassar, ha affermato che tra giugno e settembre prossimi si attendono più di due milioni di turisti, in larga parte cittadini della diaspora oltre a visitatori da Giordania, Kuwait, Egitto e Iraq.
E che questo afflusso di stranieri potrebbe portare circa 9 miliardi di dollari come "proventi turistici".
Dopo il collasso finanziario del 2019 e del 2020, coinciso sia con l'esplosione del porto di Beirut sia con la pandemia e con i suoi effetti durati per tutto il 2021, l'anno scorso il Libano ha ospitato un milione e 700mila turisti, per lo più libanesi provenienti dall'estero.
Parlando all'Arabian Travel Market di Dubai, negli Emirati Arabi Uniti, il ministro uscente libanese ha affermato che il numero dei visitatori atteso quest'anno è comunque di gran lunga inferiore ai livelli pre-crisi e pre-Codiv. Nell'estate del 2019 ben 7 milioni di turisti erano arrivati in Libano.
"In ogni caso - ha detto il ministro citato oggi dai media degli Emirati - ci si può aspettare un'estate davvero calda in termini di turismo in Libano".
Dal 2019 a oggi la lira locale ha perso più del 95% del suo valore. E l'inflazione sfiora il 270%. Ciò ha causato un'impennata di prezzi delle merci al consumo in un paese dove i servizi essenziali, come acqua, elettricità, benzina, medicine, sono ormai tutti venduti direttamente in dollari oppure in lire ma a prezzi aggiornati sul valore del dollaro.
Analisti locali fanno notare che l'afflusso di un'ingente quantità di contanti in valuta straniera portati dalla diaspora libanese nei mesi estiva finirà però solo in parte nelle casse dello Stato, mentre gran parte di queste risorse alimenteranno le reti clientelari e l'economia detta informale.